è il El Bacha. Suggeriamo di non provare ad arrivarci da soli (è in un vicolo strettissimo
e l’insegna è grande poco più di un foglio A4) ma, così come abbiamo fatto noi,
telefonare a Adbu, il gentilissimo gestore del riad che, in pochi minuti, vi
viene a prendere e vi accompagna a piedi, già completamente immersi nel caos della medina.
dominante è il verde, il colore dell’islam, simbolo della forte identità spirituale della città.
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Fes el Bali (dalla terrazza del Riad el Bacha) |
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Riad el Bacha |
suggerisce invece di provare da soli, spiegando che la medina ha due lunghe strade principali che la attraversano: Talaa Kebira e Talaa Seghira; il resto sono vicoli strettissimi che però arrivano tutti alle due strade principali, contrassegnate anche da cartelli colorati che indicano i percorsi all’interno della medina. In realtà orientarsi è complesso e bisogna mettere in conto di trovarsi qualche volta a ripercorrere tratti appena percorsi qualche minuto prima, così come di essere rincorsi da ragazzini che vogliono accompagnarti per la visita.
Ma Abdu alla fine ha avuto ragione: camminare senza meta per la medina, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, è il modo migliore per cogliere lo spirito di questo luogo insolito, indimenticabile per i colori, gli odori, la confusione dei vicoli percorsi dai muli, che qui sono l’unico mezzo di trasporto di una miriade di merci diverse; ogni vicolo ha la sua peculiarità: tintori, orafi, lavoratori di metalli (non perdetevi Place Seffarine, dove gli artigiani lavorano l’ottone), sarti, venditori di spezie, profumi, dolciumi, stoffe…
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Place Seffarine |
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Muli al lavoro |
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Vendita di carni |
Accompagnati
da un ragazzino, nostra guida turistica improvvisata per un breve tratto, arriviamo
alla Chouara, la più antica conceria del paese, accolti dall’odore acido e
nauseabondo degli escrementi di piccione e urina di mucca che, mescolati alla
cenere, sono impiegati nella concia delle pelli. Si sale su una delle terrazze che si affacciano sulle
concerie e l’odore acre è un po’ attutito dal rametto di menta che viene offerta
ai turisti. Si rimane colpiti dai bellissimi colori delle vasche, che appaiono
ancora più vivi in contrasto con i colori spenti degli edifici fatiscenti che
circondano la conceria. Rapiti da questo spettacolo, egoisticamente quasi ci
si dimentica del terribile lavoro che svolgono i conciatori, immersi per ore
fino alle ginocchia in miscele nauseabonde alle quali sono aggiunte sostanze chimiche, calce, acqua e sale, per rammollire e rendere malleabili e morbide le
pelli, in condizioni molto difficili, secondo procedimenti rimasti immutati
dal Medioevo.
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Chouara |
Strade strettissime, immensi bazar, passaggi e angoli bui e improvvisamente bellissime fontane, alcune semplici vasche addossate al muro, altre decorate con mattonelle colorate e stucchi che sembrano ricami. Bellissima quella di Place Nejjarine!
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Fontana Nejjarine |
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Moschea al-Qarawiyyin |
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Mura |
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Panorama da Borj Nord |
Se state programmando un viaggio in Marocco, potete leggere anche:
Ciao! Bel post e bel blog… Mi sono appena iscritta!
Ho da poco creato il mio nuovo blog, passa a dare un'occhiata se ti va!
http://www.luisanapolitano88.blogspot.it
Grazie, spero di essere riuscita a trasmettere un po' del fascino di Fes, un posto veramente interessante da visitare. Andrò sicuramente a "sbirciare" nel tuo blog…
Il tuo post è ormai è un po datato ma sempre attuale (come può non esserlo?)
Ho letto davvero con interesse il tuo racconto e una cosa inusuale spicca tra tutte: il consiglio di vivere la Medina di Fes senza guide. Tutti i tour operator e travel blogger consigliano di non farlo, ma io sono d'accordissimo con te. Non c'è alcun pericolo e nel caso ci si "perdesse" chi abita nella Medina saprà in un attmo indicare la via d'uscita. Ma io consiglio sempre di perdessi per vivere al meglio l'esperienza!
Un caro saluto,
Rob del blog http://in-marocco.it
Grazie Rob, in effetti è un po' datato…. mi toccherà tornare in Marocco per scrivere qualcosa di più "attuale"… Il Marocco è un paese straordinario, con luoghi bellissimi, ma quello che veramente mi è rimasto dentro del viaggio è proprio la sua gente, il caos delle medine, i suoni, i colori.. e allora sì, il consiglio è proprio quello di camminare da soli, perdersi per catturare al meglio l'essenza di questo incredibile paese.