#ItaliainVino

Il Castello di Montecavallo, la 3a Tappa di #ItaliainVino

La terza tappa del nostro progetto #ItaliainVino ci porta, grazie al blogtour #galbielladagustare, a Vigliano Biellese
Le colline della zona nascondono, immerso nel verde, il Castello di Montecavallo, costruito dalla famiglia Avogadro intorno al 1830, sui resti di una residenza fortificata risalente al medioevo.
La particolarità del castello è lo stile neogotico, simbolo di avanguardia per quell’epoca, di cui rappresenta una delle poche testimonianze in tutto il Biellese. 
Castello di Montecavallo


Il Castello di Montecavallo è circondato da giardini e bei cortili, che nascondono prospettive interessanti, come la limonaia, con le bellissime volte inondate di luce, o la piccola cappella di famiglia.

Castello di Montecavallo – Limonaia

Castello di Montecavallo – Cappella
Gli alberi fioriti , in
contrasto con i mattoni rossi, incorniciano angoli suggestivi di questo
bellissimo luogo, che vi consigliamo di visitare anche per la possibilità di
conoscere i vini pregiati che l’attuale proprietaria, Maria Chiara Reda,
produce qui,
continuando con passione ed energia, la tradizione vitivinicola di
famiglia.  
Angoli fioriti nascondono il Castello di Montecavallo 
I racconti appassionati
della proprietaria accompagnano la visita alla vecchia cantina (visite e degustazioni su prenotazione),  dove sono conservati i vecchi tini in legno di castagno e le botti
d’epoca, e all’interessante ghiacciaia ottocentesca. 

Castello di Montecavallo – Cantine

Si passa poi alla cantina nuova che, a seguito del successo della produzione del Cajanto, primo vino ad essere commercializzato dall’azienda, fu sistemata nei locali dove un tempo furono le scuderie. 
Il Cajanto infatti venne inizialmente vinificato e imbottigliato altrove, perché le strutture del castello non erano a norma. Per questo motivo al vino non poté essere dato il nome di  Castello di Montecavallo, come la proprietà da cui proviene, e per questo la proprietaria scelse questo nome quasi spagnoleggiante, che nel suo linguaggio di bambina significava cavallo, nome mantenuto poi anche in seguito, a testimonianza del fatto che in questo vino a tutto pasto, dal colore rosso rubino e dal profumo intenso, c’è un pezzo di storia e di vita famigliare. 

Castello di Montecavallo – Cantine
L’azienda vitivinicola Reda produce annualmente circa 10 mila bottiglie e tutti i vini sono rigorosamente autoctoni, provenienti dai frutti della vigna, rigogliosa grazie alla particolare conformazione del terreno i cui sedimenti contengono il “ferretto”, una sostanza che crea un apporto organico minerale particolarmente adatto alla coltivazione della vite, soprattutto del nebbiolo.

Dopo la ristrutturazione dei locali, l’azienda ottiene il DOC con il Montecavallo, un vino elegante, ottenuto da un’attenta selezione vendemmiale di uve proprie di nebbiolo in purezza. 
    
Montecavallo e Cajanto, vini prodotti dall’Azienda Vitivinicola Reda

La degustazione, dove i vini si accompagnano ai salumi della zona, prevede anche il Kylix, il cui nome deriva dal nome greco della coppa di terracotta nella quale gli antichi greci servivano il vino, un omaggio della proprietaria alla Grecia, terra nella quale ha vissuto per un periodo della sua vita. 
Il Kylix è un vino rosato “estivo”, che si accompagna a cibi leggeri e può essere bevuto anche come aperitivo.
Castello di Montecavallo – degustazione 
La produzione dell’azienda comprende anche l’Aralcader, uno sforzato di nebbiolo, dedicato alla mamma di Anna Maria (Aralcader è il suo nome letto al contrario) e il Biondin, uno sforzato bianco di erbaluce, adatto soprattutto ad accompagnarsi ai formaggi.  

Insomma, come racconta Anna Maria, in ogni vino c’è un pezzo della sua vita e c’è la volontà di continuare con passione a soddisfare un pubblico un po’ di nicchia, senza “volare troppo alto” e allargarsi a produzioni più industriali.

La stessa passione con la quale Anna Maria ha deciso di aprire il Castello di Montecavallo, aiutata dall’amica Ferdinanda,  anche come B&B, con due stanze per gli ospiti, e come agriturismo, che offre una cucina basata su prodotti dell’orto e prodotti a chilometro zero. 

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