Post di Viaggio

Sciacca: una passeggiata alla scoperta della cittadina termale affacciata sul mare

È la mia terza volta a Sciacca, cittadina a strapiombo sul mare, in provincia di Agrigento, ed ogni volta scopro qualcosa di nuovo di questa sorprendente città.
La cordialità dei suoi abitanti per me viene al primo posto tra le sue caratteristiche; poi è una città turistica, portuale, di mare, delle ceramiche, del Carnevale, delle terme, ricca di Chiese, Palazzi, Mura, monumenti…

Anche questa volta, al mio arrivo, mi sorprende il bel mare disteso, tranquillo, di un azzurro che si confonde con il cielo e in lontananza non lascia il segno tra l’uno e l’altro.

Ci accoglie il nostro amico Luigi, il quale, ogni volta che visitiamo questa parte della Sicilia non ci lascia mai soli: ci fa da cicerone e fa il padrone di casa dappertutto. Grazie Luigi! riusciremo mai a invitarti qualche volta anche noi?
Ci accoglie il signor Curreri proprietario del B&B Villa Margherita (dove alloggiamo durante il nostro soggiorno) con la moglie; persone speciali che prevengono ogni tuo desiderio e ti ricevono come un familiare nella loro stupenda struttura  che si affaccia direttamente sul mare e dalla quale si gode una vista imperdibile sul porto da un lato, sulla ex tonnara e su Capo S.Marco dall’altra.

Dicevo, Sciacca città turistica e monumentale, eh sì! perché la parte mediana, borghese e commerciale è ricca di monumenti legati al periodo rinascimentale, normanno e barocco; qui ogni civiltà che è passata ha lasciato un segno.
La parte bassa invece comprende il porto e le case dei pescatori, le grotte di lavorazione del pesce; la parte alta, invece,fatta di cortili e scalinate rappresenta molto bene la dominazione normanna a est ed il quartiere ebraico a ovest.

Fondata nel VII sec a.C. dai Greci, che per primi riconobbero le proprietà terapeutiche delle sue acque termali, passò poi sotto la dominazione romana e divenne il “granaio” d’Italia. Grande importanza assunsero i caricatori ossia i magazzini scavati nella roccia in prossimità del mare, dove veniva stipato il grano attraverso aperture situate, a monte dei magazzini, sulle stradine della città. 
Il grano da questi partiva, caricato sulle navi mercantili, alla volta di tutta Italia. Gli arabi, nel sec.IX, continuarono a servirsi dei “caricatori” e a trasportare il grano sulle navi in partenza dal porto di Sciacca.

Sotto il dominio normanno, nel sec.XI, la città regalata da Ruggiero I alla figlia Giulietta fu consacrata a Santa Maria Maddalena e arricchita di chiese e monasteri. Tra le innumerevoli chiese, palazzi, mura porte e bastioni ho visitato la Basilica di Maria Santissima del Soccorso del XII sec.; la Chiesa del Carmine (la prima Chiesa costruita a Sciacca ) a tre navate; il Palazzo Steripinto, unico palazzo che conserva intatta la facciata bugnata; la Porta Palermo con le porte originarie di legno ed i chiodi di ferro battuto; il Collegio dei Gesuiti , oggi sede del Palazzo Comunale, maestoso edificio del seicento. Avrei voluto visitare molte altre chiese e palazzi ma sono consapevole che in così pochi giorni non si può vedere tutto di questa città ricca d’arte.

In una mia visita precedente a questa avevo visitato il “Castello incantato“; non lasciamoci ingannare dal termine, non si tratta di un vero castello in muratura né di torri o merletti, ma è un semplice appezzamento di terreno sulla collina di Sciacca, affacciata sul mare, dove seguendo un percorso si trovano, appoggiate sui muretti che lo delimitano, delle pietre scolpite e raffiguranti visi d’uomo. Filippo Bentivegna ne è l’autore. 

Dopo essere stato colpito alla testa, negli Stati Uniti, pare che il Bentivegna sia tornato nella sua terra natale, a Sciacca appunto, e isolatosi iniziò a dissodare i suoi terreni scolpendo e facendo di ogni pietra che toglieva alla terra una testa, un viso, dei volti trasferendo in questi i suoi incubi.
Sciacca è anche città di mare, ecco quindi il suo bel porto. Oggi l’economia prevalente è quella data da circa 500 natanti che escono la notte, vanno a pesca, per rientrare l’indomani con il pesce fresco. Ho assistito al rientro di alcuni pescherecci e al trasbordo delle cassette del pescato ai furgoncini, ai camion che, fatto il carico di pesce azzurro, di pesce spada, di tonni, di gamberetti sono pronti alla distribuzione verso le pescherie e i ristoranti locali ma anche di ogni parte d’Italia.
Non tutto il pesce pescato, tuttavia, prende il via; una parte viene lavorato dalle circa 50 aziende con circa 2000 addetti ubicate nei macasena ossia magazzini di una volta, scavati in grotte nella roccia; la lavorazione principale è quella “sotto sale” delle sarde e delle acciughe, a seguire la lavorazione dei filetti in olio extra vergine di oliva e di semi o aromatizzati alle erbe. Ormai da anni sono consumatrice di questi prodotti e vi assicuro che non potrei più fare a meno della loro bontà!

Oltre all’economia di mare non è da tralasciare l’economia di terra, infatti i terreni agricoli adiacenti alla bella cittadina siciliana sono fertili  e con il clima buono contribuiscono all’allevamento di parecchie colture quali oliveti, agrumeti e vigneti, questi riconosciuti di DOC

Visitando Sciacca, troviamo molte botteghe di ceramisti, infatti fin dal 1200 qui vi furono scuole e botteghe di ceramica. Nelle vetrine delle botteghe e sulle facciate sono esposti piatti, vasi, anfore, magneti, piastrelle, prodotti di alto livello artistico perché Sciacca è conosciuta in Italia e all’estero come città della ceramica.





Anche il “Carnevale” di questa città fa eco! Si racconta che lo stesso termine”carnevale” derivi dal fatto che si volesse festeggiare prima di entrare in quaresima e non mangiare più la carne (carne levari). Oggi si festeggia quando arriva al porto la maschera saccense di Peppe Nappa: questa è portata in giro per la città preceduta da un asino con appesa al collo una grossa chiave simbolo dell’ ” apertura” del Carnevale di Sciacca.

Come città termale, ho trovato delle belle strutture ma la maggior parte non sono funzionanti. Fino a non molto tempo fa Sciacca era considerato un importante centro termale, a partire dalla parte alta, il Monte San Calogero, con le sue famose “Stufe Vaporose “, com’anche nello stabilimento sito sulla Rupe di Cammordino con le acque curative sulfuree e la fangoterapia.

Forse non tornerò a Sciacca per le terme ma sicuramente tornerò per gli amici e per tutto quello che di bello questa città può offrire!

One Response

  1. Anonimo Marzo 20, 2018

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