E’ emblematico quando per strada incontri contadini montanari che farebbero invidia al più crucco degli svizzeri, a stento parlano italiano e profonda è la loro conoscenza di quei posti così aspri, luoghi cosi apri da dare il nome alle loro montagne:
Il selvaggio blu è come un fantasma che volteggia nello spirito di chi lo percorre. Fa vivere emozioni forti contrastanti ed ogni volta non è mai la stessa anche perché gli amici sardi sanno poi come e cosa consigliarti, di volta in volta, come alternativa.
Dicono sia il più difficile trekking italiano, sicuramente è uno dei più belli del mondo. Selvaggio Blu è un manifesto e un inno alla natura. Un monumento a quella Sardegna del mare e delle scogliere, degli antichi sapori e dei boschi mediterranei che tutti sogniamo. Era il 1989 quando a Mario Verin, Peppino Cicalò e Pasquale Zucca, allora Sindaco di Baunei, venne l’illuminata idea di recuperare e unire i vecchi sentieri del Supramonte per questa traversata costiera dei golfi di Arbatax e Orosei. Da allora sono passati vent’anni e Selvaggio Blu è diventato un punto di riferimento per chi ama la natura selvaggia e la rispetta. E’ il sentiero che “non esiste” e che, come unico riferimento, ha il blu pazzesco del mare dell’Isola.
Vivere il Selvaggio Blu non è come percorrere un qualunque trekking ma è vivere storia geografia e cultura di un territorio e del suo popolo. Una esperienza di vita per molte persone che l’hanno vissuto con me, un meraviglioso e misterioso tesoro per me che non ho mai finito di identificarlo.
Per questo e per tanti altri motivi il Selvaggio Blu ti entra nel profondo e rimane lì per sempre come un tatuaggio indelebile nei meandri delle tue esperienze. Credo di essere tra le guide che l’ha percorso più spesso eppure ogni volta è come se ne scoprissi un pezzo.
Sicuramente è il posto al mondo cui sono più affezionato assieme alla mia Valmalenco, per questo almeno due volte l’anno ci torno con un gruppo di clienti affezionati ed amici, la prossima partenza è prevista per giugno e questo sarà il nostro itinerario:
1° Pedra Longa – Ciule Ginirricu
Itinerario senza difficoltà alpinistiche che conduce sull’altopiano del
Golgo. E’ una tappa d’ambientamento, facile ma che subito fa
pregustare le bellezze del Selvaggio Blu. 700 mt dislivello, km 4, h 3.
2° Cuile Ginirricu – Cala Goloritzè
Altra tappa senza difficoltà alpinistiche ma con le solite difficoltà di
orientamento che caratterizzano l’intero trekking. Tappa Mari-Monti
che conduce al punto più panoramico di tutto il selvaggio: P.ta Salinas
prima di scendere brevemente al mare. Patrimonio dell’Unesco,
Goloritzè è una nicchia di sabbia nascosta tra le scogliere. La guglia
famosa che ne fa da custode è meta dei climber di tutta Europa. Km 5,
dislivello -700 mt, 4 ore.
3° Cala Goloritzè – Cala Mariolu
Prime difficoltà tecniche con pochi passaggi di arrampicata di 3° grado e
brevi passaggi su sentiero attrezzato e “Scala Fustes”. Il percorso entra nel
“cuore selvaggio” del trekking uscendo dal percorso originale per toccare una
delle spiagge più belle del Mediterraneo. Km 8, Ore 4, dislivello 590 mt.
4° Cala Mariolu – Grotta del Fico
Difficoltà tecniche con passaggi arrampicata di
2° e 3° grado e 4 doppie da 15 mt. Arrivo
mozzafiato con calata diretta sulla Grotta del Fico dove si fa tappa.
Anch’essa non fa parte dell’itinerario originale ma è di una bellezza tale
che non si può assolutamente snobbare. km, 500 mt dislivello, 6 ore
5° Grotta d. Fico – Cala Biriala
Senza dubbio la tappa più bella del Selvaggio Blu. Il passaggio sulla
scogliera, la grotta delle capre che si attraversa, la ferrata che porta a
Biriala, spiaggia dalla bellezza indescrivibile suscitano una sequenza di
emozioni profonde. 5km, 5 ore, 600 mt dislivello.
6° Cala Biriala – Cala Sisine Cavalcata finale fino a Cala Sisine, tappa tecnica con passaggi di arrampicata di 3° grado e 4 calate in
corda doppia anche di 35 mt. Una passarella sul selvaggio che poche ore dopo avverà in gommone a
ritroso. 4 ore di cammino per 6 km e 300mt di dislivello.
Per info sulle prossime partenze potete tenere d’occhio la pagina Facebook di Ivan.
Genio, l'Aspromonte è in Calabria…!
Ops…errore di battitura! Grazie per la segnalazione