Siamo tornate in quel di
Revello, comune della Valle Po ai piedi del
Monte Bracco e del
Monviso, parecchie volte negli ultimi anni, sopratutto per le
Invasioni Digitali. La prima invasione organizzata da Viaggi & Delizie è stata all’
Abbazia di Staffarda, un ampio complesso cistercense ottimamente conservato che, se vi trovate da quelle parti, merita sicuramente una visita e un ottimo pranzo nel ristorante “
Il Sigillo“.
Nel 2016 è poi la volta dell’invasione alla
chiesa della Collegiata e alla
Cappella Marchionale [tranquilli è tutto calmo, siamo solo muniti di macchine fotografiche, tablet e smartphone e invadiamo in pace!]. Il numero dei partecipanti è molto soddisfacente: siamo, infatti, un gruppo di 40 persone tutte interessate all’arte, alla cultura, alla storia.
É il maestro Andrea Carlo Righetti, appassionato e studioso d’arte, che ci guida nella nostra invasione, ci racconta la storia della Collegiata, ora parrocchia di Revello, costruita per volere del marchese Ludovico II e dalla Comunità revellese e decretata con bolla di papa Sisto IV nel 1483, essa sorge all’estremità della via che attraversa il paese e dove inizia la collina.
L’interno in stile gotico lombardo è formato da tre navate di cui la centrale molto ampia. In essa vi sono opere di grande valore artistico, di cui il maestro Righetti molto pazientemente ci descrive:
- il Fonte battesimale (1498) della famiglia Zabreri,
- il Polittico dell’Epifania (1503) di Hans Clemer (Maestro d’Elva), commissionato dai fratelli Andrea e Antonio de Raspandis e il Polittico della Madonna delle ciliege, opera degli inizi del ‘500, nel cui registro superiore compaiono S.Bernardo, S. Lucia e S. Maurizio, in quello inferiore S.Antonio abate, la Madonna con il Bambino in braccio ed ai suoi piedi mazzetti di ciliege e la Maddalena;
- il Polittico della Deposizione (1540) e il Polittico della Trinità (1541) di Oddone Pascale, saviglianese;
- opera di grande pregio sono il marmoreo altare maggiore (1850) scolpito da G. Isella e l’affresco cinquecentesco raffigurante il nobile Rupert D’Amareuil raccolto in preghiera verso la Madonna e Gesù;
- grande valore artistico riveste il pulpito ( datato intorno alla metà del sec.XVII) opera di artigiani che lavorarono, in quel periodo presso l’Abbazia di Staffarda, con base piramidale ed in alto strutturato a baldacchino, è impreziosito da formelle e pannelli contenenti Vescovi , Evangelisti e da altri personaggi dei quali non è nota l’identità.
Per il maltempo non ci è possibile ammirare, per quanto dovuto, la parte esterna della Collegiata e del centro storico del paese, ma proprio grazie a questo inconveniente ci è concesso di ” invadere” anche la
Cappella Marchionale.
La Cappella Marchionale è situata al primo piano del castello sottano dei marchesi di Saluzzo, oggi sede del Municipio, già dimora preferita da Margherita di Foix, moglie di Ludovico II. Proprio per volere della marchesa, la Cappella fu decorata intorno al 1519.
Sulle pareti laterali sono dipinte le vite dei Santi protettori dei marchesi, da una parte Santa Margherita e dall’altra San Luigi di Francia, al di sopra sono ritratti gli Evangelisti e i Dottori della Chiesa, mentre la famiglia Marchionale compare con diversi personaggi nelle lunette dell’abside.
Una grande opera è dipinta sulla contro facciata: l’Ultima Cena, ispirata al capolavoro di Leonardo da Vinci.
Ci è capitato poi di leggere sulla stampa del Giardino di Revello, un giardino di proprietà privata dell’Architetto paesaggista Paolo Pejrone, aperto solitamente a gruppi di esperti botanici ed architetti e solo saltuariamente al grande pubblico. Fortunatamente abbiamo l’occasione di visitarlo, alcune settimane dopo l’invasione, in una bella giornata di sole, durante una visita guidata per un gruppo di soci Lions del club di Barge, Bagnolo e Cavour: un’esperienza fantastica!
Siamo nella residenza privata dell’architetto, una casa, un tempo cascina su una collina ai piedi del Monviso di cui è proprietario da venti anni. Venti anni nei quali sono state piantate piante e fiori provenienti da tutto il mondo, la prima piantata è una magnolia che ci accoglie proprio all’ingresso, le cui foglie sono state sfortunatamente rovinate da una recente grandinata.
Molte le specie di piante rare o particolarmente esotiche come le rose gialle di Barni, gli alberi dei fazzoletti (davidia involucrata), gli alberi di cotone, gli ellebori, i bamboo e i 1500 ulivi da cui si ricava un pregiatissimo olio.
La politica dell’architetto è quella del giardino selvatico, in cui l’intervento dell’uomo è ridotto al minimo affinché la natura possa esprimere il meglio di sé anche se questo talvolta significa camminare su sentieri invasi dalla vegetazione. L’unica sostanza fungicida ed insetticida utilizzata per la cura delle piante è il verderame.
Passando attraverso l’uliveto giungiamo alla terrazza panoramica costituita dal fortino di Revello del 1400 sotto i nostri piedi un percorso sotterraneo conduceva al paese.
Un altro angolino perfetto è quello formato dal boschetto di bamboo che ora crescono spontaneamente attorno ad un piccolo laghetto di acqua sorgente. Le canne di bamboo raggiungono queste altezze in poche settimane crescendo in modo “telescopico” di parecchi centimetri al giorno. Sono definite a volte piante infestanti ma in questo posto la connotazione è assolutamente positiva in quanto con la loro forma curva regalano un ambiente rilassante con una fresca ombra.
Ora che abbiamo esplorato tutti i beni architettonici di questo paesino, non ci resta che tornare per “Revello Maggio Castello” una festa con rievocazione dell’assedio alla fortezza del 1548 che sfortunatamente questo anno ci siamo perse!