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Val Susa : Sacra di San Michele e Abbazia di Novalesa

All’imbocco della val Susa, arrivando da Torino, non si può non vedere uno dei monumenti più caratteristici e conosciuti del Piemonte: la Sacra di San Michele.
Questa chiesa, costruita su uno sperone di roccia all’inizio della valle, è così nota da essere diventata simbolo della Regione Piemonte e comparire in numerosi gadget e brochure.
Proprio perchè arroccata in un punto piuttosto alto, gode di una magnifica vista verso le montagne e la pianura, ma è anche un po’ ardua da raggiungere. Non spaventatevi, però, chiunque può arrivarci con un po’ di buona volontà e salendo qualche scalino.
La tipicità di questa chiesa è il fatto di essere costruita su più livelli, ma soprattutto il fatto di essere visitabile “dal basso verso l’alto”.
Se facciamo mente locale, moltissime chiese hanno cripte meravigliose, ma normalmente si entra nella parte superiore per poi scendere nella cripta. Qui invece si percorre la storia vera e propria della Sacra; mano a mano che si sale, ci visitano le parti più antiche fino a giungere a quella che è stata l’ultima costruzione e che sovrasta quelle originarie.
Pare che la Sacra di San Michele, o abbazia di San Michele della Chiusa come venne inizialmente chiamata, abbia ispirato Umberto Eco nella stesura del romanzo “Il nome della rosa”. E’ facilmente comprensibile, se ancora non lo avete letto oppure se lo avete fatto tanto tempo fa, vi consiglio una rispolverata prima di andare a visitare la Sacra di San Michele. Vi troverete parecchi rimandi.
La Sacra di San Michele, fondata il 983 ed il 987, fu per tutto il medioevo un centro tra i più importanti in Europa, dedicato alla cultura e alla spiritualità monastica e, soprattutto, ubicato lungo la Via Francigena.
L’attuale edificio, rimaneggiato, risale all’XI-XIV secolo ed ha al suo interno degli elementi architettonici alquanto caratteristici: lo scalone dei morti ed il  sepolcro dei monaci, per citarne alcuni. Particolarmente interessante è anche il portale dello zodiaco.

La visita inizia proprio dallo scalone dei morti, una ripida salita che ci permette di arrivare al portale dello zodiaco, impreziosito da incisioni che rimandano alla cosmologia ed ai bestiari tipici del periodo medievale. Da lì si accede alla chiesa, un misto di architettura gotica e romanica con preziose opere d’arte. La parte più spettacolare è, però, il terrazzo esterno alla chiesa da dove si gode una vista impareggiabile verso la pianura, la Val Susa e le Alpi.

Risalendo la Valle, si attravers la cittadina di Susa, interessante sito di origine romana. Vale la pena di fare una passeggiata tra le vie del centro storico, nel quale si possono ammirare monumenti risalenti all’epoca dei romani e il patrimonio culturale della città tra le strade e le piazze, le botteghe e i portici. Susa fu chiamata “porta d’Italia” per la sua importanza quale transito internazionale e primo centro abitato più grande sulla via francigena dopo il confine francese.

Passeggiando nel centro di Susa, tra le varie botteghe, non dimenticate di fare tappa in qualche panetteria o pasticceria che produce la famosa Focaccia Segusina: un dolce semplice e gustoso tipico di Susa, morbida e ricoperta di zucchero caramellato; il modo migliore è quello di gustarla appena sfornata, ancora tiepida e soffice.
Proseguendo a ritroso sulla ia francigena si arriva ad imboccare la Val Cenischia.
Poco distante dall’abitato di Novalesa troviamo un’altra abbazia altrettanto famosa e antecedente alla Sacra di San Michele: l’abbazia benedettina dei Santi Pietro e Andrea di Novalesa, fondata nel 726.
E’ questa una delle abbazie più antiche dell’arco alpino e più volte ospitò Carlo Magno che donò numerose ricchezze. La Parrocchiale di Novalesa, infatti, ospita tele preziose del Caravaggio, di Rubens e di altri famosi pittori. Non solo Carlo Magno, ma anche Napoleone Bonaparte fece preziosi doni all’Ospizio del Moncenisio, luogo di accoglienza dei viandanti e importante monastero benedettino.

Ancora oggi, all’Abbazia di Novalesa, vivono i monaci benedettini e sono proprio loro che solitamente guidano i visitatori all’interno degli edifici sacri. Una delle perle è la Cappella di S. Eldrado, con affreschi del XI secolo, posta su un piccolo poggio nella quiete del bosco circostante con il sagrato che si affaccia sulla valle.

Non soltanto l’abbazia merita la visita, ma anche il piccolo borgo di Novalesa: un piccolo villaggio alpino che testimonia il passaggio dei pellegrini grazie anche ai numerosi alberghi.

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