Novarese possono gareggiare coi colli della Borgogna”
quando, assaggiando i vini delle Colline Novaresi, venne colpito dalla loro
bontà. Questi colli, grazie all’esposizione soleggiata ed al terreno morenico,
furono sin dall’epoca romana un territorio favorevole allo svilupparsi delle
attività vinicole. Sono molti i borghi che hanno dato il nome a vini autoctoni, dalla
qualità che non ha nulla da invidiare (e lo confermiamo dopo averli provati) a produzioni, piemontesi e non, ben più
rinomate.
Castello-Ricetto, un borgo fortificato tra i meglio conservati del Piemonte, originariamente
costruito per difendere le popolazioni locali dalle incursioni esterne, che
perse successivamente la sua connotazione difensiva per diventare un luogo in
cui gli abitanti immagazzinavano i prodotti agricoli e vinicoli.
Baraggiola, sulla collina ghemmese, utilizzando uve autoctone come il nebbiolo, la vespolina, la bonarda o uva rara e l’erbaluce, detta anche greco bianco novarese. I vini Rovellotti sono vinificati ed affinati in cantine del XIV secolo, ristrutturate, molto suggestive, all’interno di edifici i cui muri conservano ancora i bei decori costruiti con ciottoli di fiume disposti a spina di pesce.
straordinario.
Intanto vengo subito colpita dal colore, un rosso granato molto intenso. Il
profumo è molto gradevole, con sentori floreali (viola), leggermente speziati. Ma è con il sapore asciutto e pieno che vengo
definitivamente conquistata da questo vino, che si ricava dalle uve di nebbiolo e vespolina e si accompagna perfettamente
ai salumi freschi che vengono offerti per la degustazione.
Notevole anche il passito, dal colore giallo piuttosto carico, quasi ambrato.
Un profumo intenso e variegato, e un gusto ricco, aromatico e garbatamente dolce. Si ricava da uve di greco bianco novarese, lasciate appassire durante l’inverno e affinate in botti di rovere.
Con il passito la degustazione prevede il gorgonzola… un abbinamento fantastico!
Con ironia il Sig.Paolo ci ricorda che i produttori di vino di Caluso non “gradiscono” che i produttori vinicoli di altre zone utilizzino in etichetta il nome del vitigno erbaluce. Ci presentano quindi il loro bianco etichettato “vitigno innominabile”…. nome che in realtà nasconde un buon bianco erbaluce, profumatissimo, secco ed equilibrato al gusto.