Post di Viaggio

Le Cascate Epupa e l’Himbaland

Oggi la sveglia è puntata per le sette ma la mia inquietudine dovuta alla giornata senza programma dopo le disavventure di ieri, mi sveglia ben prima. Inizio a pensare al da farsi e decido di anticipare la colazione prenotata per le otto e cercare di recuperare la giornata. 
Siamo venuti sino a qui, al nord della Namibia per vedere le Cascate Epupa ma abbiamo letto che la strada è parecchio dissestata e siamo convinti che il nostro veicolo, una VW Polo, non ce la possa fare. Ho provato a cercare già da casa escursioni collettive in giornata ma senza successo, ecco perchè ieri ci tenevo particolarmente ad arrivare qui presto, volevo provare a cercarle ad Opuwo questo paesino polveroso e disordinato, capitale dell’Himbaland.
Alla reception troviamo finalmente Ndimilike, la ragazza con cui sono in contatto da mesi per la prenotazione e chiediamo a lei se ci sa aiutare a raggiungere le cascate; ci dice che ha un amico che fa la guida e che ci può portare alle cascate e a visitare un villaggio Himba, lo chiama subito e fissiamo appuntamento per le nove. Così improvvisamente la giornata acquista un senso e mi sento molto più tranquilla. 
Facciamo una semplice colazione dolce e salata alla ABBA Guesthouse e andiamo a preparare il nostro zaino per la giornata. Nel frattempo il cortile della guesthouse inizia a popolarsi di bambini. All’interno della proprietà sorge infatti una scuola primaria ed una materna, scuole che la guesthouse stessa sostiene economicamente con una parte degli introiti. Abbiamo portato con noi penne e blocchi e decidiamo di donare ciò che ci è rimasto agli insegnanti delle scuole che ci ringraziano molto sentitamente. I bambini sono molto carini, tutti nelle loro divise scolastiche e parlando tutti inglese ci fermiamo con loro a chiacchierare.
Alle nove arriva John tutto di corsa perchè è stato svegliato poco prima da Ndimilike e ci spiega che andremo alle cascate con la nostra auto e che lui ci guiderà sulla strada giusta che è un po’ accidentata ma che basta andare piano e non ci saranno problemi. Inoltre essendo lui nipote di un capo villaggio Himba potremo visitare un villaggio che è sulla strada per le Epupa. Parliamo del suo compenso, davvero modesto e decidiamo di accettare la proposta anche se non è esattamente la tipologia di escursione cui avevamo pensato.

Prima di partire però dobbiamo passare al supermercato perchè per fare visita ad un villaggio Himba è prassi presentarsi con alcuni doni: si tratta di generi alimentari, accuratamente scelti da John: farina di mais, zucchero, caffè di cicuta e minestrine Knorr per i bambini.
Finalmente imbocchiamo la strada sterrata che conduce alle Cascate Epupa: si tratta di uno sterrato apparentemente non molto diverso da quelli già percorsi, non peggiore di quello che da Sesriem ci ha condotti a Sossusvlei. John ci racconta un po’ la sua storia di figlio di padre Himba e madre Herrero (le due principali etnie di questa zona della Namibia) e i differenti stili di vita. Per un po’ di anni ha vissuto in un villaggio Himba e ha lavorato sin da quando aveva sei anni come pastore di un enorme gregge di capre, poi ad una certa età la madre ha voluto che andasse a vivere con lei in città e per questo ha potuto frequentare le scuole ed il college dove ha scelto di studiare per diventare guida turistica. 
Proseguendo sullo sterrato ci avviciniamo al villaggio Himba, il capo villaggio è un buon amico del nonno di John. Ci spiega che lui andrà a parlare con il capo villaggio e se questo accetterà i nostri doni saremo autorizzati a visitarlo.

Il villaggio Himba è costituito da diverse abitazioni fatte principalmente di fango, sterco di capra e sterpaglie distribuite a cerchio attorno al recinto in cui di notte vengono ricoverate le bestie, soprattutto capre. Tra la capanna del capo villaggio e il recinto centrale è situato il fuoco sacro attorno al quale si fanno i rituali. Il bestiame è la fonte di vita dell’intero villaggio e per questo viene posto al centro al sicuro dai predatori.


Durante il giorno è difficile trovare uomini al villaggi, sono tutti alle prese con il bestiame. Incontriamo però diverse donne intente a costruire monili, a cucinare o a rifarsi l’acconciatura. I capelli delle donne Himba infatti vengono raccolti il treccine ed ognuna di queste viene cosparsa di un unguento a base di burro, polvere di ocra ed erbe. Lo stesso unguento che dona al loro corpo quel particolare color rossastro viene usato sulla pelle per proteggersi dal sole e dagli insetti.

Le donne ci invitano a mettere il naso nelle loro capanne ma la cosa ci imbarazza e decidiamo di tagliare corto la visita e di proseguire verso le cascate, il vero obiettivo della giornata. 

[Inizio Riflessione]
Non so mai come comportarmi in questi casi… Gli Himba sono tra i pochi gruppi etnici ad ignorare la modernizzazione ed i beni derivanti dal benessere. Vivono in modo indipendente e chiedono di ricevere beni di consumo per mostrare la vita nei loro villaggi. Quello che ci mostrano è davvero autentico? Il cellulare del capo villaggio attaccato al gonnellino è l’unico cedimento della comunità ad adeguarsi allo stile di vita moderno? E’ etico visitare questi villaggi in cambio di una ventina di Euro di spesa? Domande purtroppo senza risposta…
[Fine Riflessione] 

Riprendiamo con il nostro ritmo lento la strada sterrata, ogni tanto John urla ad Alex di frenare perchè intravede una buca, capiamo che John non è proprio una guida turistica a tempo pieno… ci parla di un progetto che svolge però nel tempo libero, di supporto ai bambini orfani o figli di alcolizzati. Dedica loro le sue giornate libere e insegna come tenere in ordine le proprie case, come cucinare dei pasti caldi e nutrienti, come curare la propria igiene personale ed organizza squadre di calcio ed altri sport per intrattenerli quando non vanno a scuola. Anche se non è la guida più preparata del mondo siamo molto felici di averlo ingaggiato e poter contribuire a questo progetto.

Avvistiamo finalmente i cartelli del campeggio delle Epupa Falls e John ci indica dove parcheggiare. Ci avviciniamo lentamente al letto del fiume un po’ impauriti che le nostre aspettative vengano deluse ed invece lentamente ci si apre un panorama molto molto particolare. Le cascate non sono molto apprezzabili da qui ma è incredibile la spaccatura nel terreno crea la grande portata di acqua. L’altra sponda del fiume è molto vicina, di là c’è l’Angola, uno degli stati dell’Africa più tristemente famoso per la guerra civile che per anni ha messo a dura prova la popolazione, in parte rifugiatasi in Namibia.

Ci inerpichiamo per un sentiero che conduce ad una altura dove apprezzare meglio le cascate Epupa. Il panorama secco ed arido è interrotto
dalla rigogliosa vegetazione che cresce intorno al fiume per soli pochi
metri, sembra che la divisione sia tracciata a pennarello!

Qui il clima è molto caldo e secco ed il breve trekking ci ha messo alla prova, ci godiamo quindi una bibita fresca nel bellissimo bar costruito su una palafitta proprio sulle cascate e facciamo un lento rientro ad Opuwo molto soddisfatti per l’escursione improvvisata questa mattina.

Leggi anche le altre tappe di “#innamibiacolleone”:

3 Comments

  1. Anna Bignamini Gennaio 29, 2015
  2. AliceOFM Gennaio 29, 2015
    • Federica Pollastri Gennaio 29, 2015

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