La prima volta che un collega ed amico mi ha parlato di questo paese ne sono rimasta talmente affascinata tanto da chiedere poi ripetutamente, come una bambina, quando ci saremmo andati!
Chamois infatti è l’unico paese d’Italia sulla terraferma a non essere raggiungibile in auto. Dall’autostrada A5 Torino – Aosta si prende l’uscita di Saint Vincent e si prosegue in direzione Valtournenche, valle molto nota per una delle località sciistiche più blasonate della Val d’Aosta e amate soprattutto dai milanesi: Cervinia!
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Chamois: credit Google Maps |
All’altezza di Antey-Saint-Andrè si lascia la strada principale e si sale sul versante destro della vallata (sinistra orografica) fino a raggiungere e superare il comune di La Magdeleine, qui si lascia l’auto e ci si incammina sul sentiero che in un’oretta di tranquilla passeggiata, mai troppo impegnativa conduce fino a Corgnolaz, il capoluogo di Chamois.
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Mulattiera per Chamois |
Percorrendo la mulattiera
lungo il ru de Veuillen, soprattutto in inverno quando la vegetazione è
meno folta, è impossibile perdersi magnifici scorci del Cervino.
lungo il ru de Veuillen, soprattutto in inverno quando la vegetazione è
meno folta, è impossibile perdersi magnifici scorci del Cervino.
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Il Cervino |
Oltrepassato l’abitato di Suisse, a valle della strada si intravede il primo altiporto d’Italia: una pista erbosa in forte pendenza da cui decollano ed atterrano piccoli aeroplani ad elica. Per chi, curioso come me, si chiedesse perché altiporto e non aeroporto, svelo l’arcano: qui il verso di decollo è sempre verso valle (in discesa) ed il verso di atterraggio sempre verso monte (in salita).
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Il primo altiporto d’Italia |
Una volta superato il torrente si è praticamente giunti in paese dove si viene accolti da una serie di ordinatissime case di montagna e di raccard perfettamente ristrutturati. Questa tipologia di abitazione, originaria della Val d’Ayas era pensata per ospitare al piano terreno, più umido, le stalle e le cantine, mentre al primo piano, opportunamente isolato con grosse pietre, oltre alle abitazioni, venivano immagazzinati i cereali, tenuti così lontani da umidità e roditori.
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L’abitato di Corgnolaz |
Camminando verso il centro la sensazione di ordine e perfezione lascia un po’ spazio a quella di desolazione ed abbandono. Alberghi chiuse con finestre coperte da assi di legno, nonostante sia solo primavera inoltrata, mi lasciano il dubbio che non apriranno la prossima estate… peccato perchè questo posto merita di essere scoperto!
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Piazza di Chamois: da sinistra a destra, la funivia, la Chiesa e la Maison Communale |
In centro paese proprio di fronte alla Maison Communale c’è la funivia che collega Chamois a Busson, questa è usata anche come teleferica per il trasporto di tutti i beni necessari. Nelle vicinanze poi sorge la seggiovia che porta al Lago Lod, raggiungibile anche a piedi con un sentiero lastricato in circa 45 minuti. Qui si può fare un picnic d’estate e sciare sui 14km di piste da sci del piccolo comprensorio.
Ci sono solo un paio di bed and breakfast ed un hotel molto bello con centro benessere ma ho deciso che devo tornare presto in questo posto che mi ha rubato il cuore, magari scoprirlo d’estate quando i suoi 90 abitanti saranno 900 o in pieno inverno raggiungendolo con le ciaspole in una serata di luna piena!
Se come noi tornate a verso Milano o Torino in serata vi suggerisco una sosta all’Osteria l’Arcaden, nel comune di Arnad. Dalle 17 in poi viene servita la merenda valdostana: antipasti, polenta e salsiccia o cotechino, e le tipiche zuppe valdostante: di cereali e di castagne (la mia preferita).
Ad Arnad non può mancare poi una sosta da Bertolin per fare incetta dei tipici prodotti di questa zona, il Lardo di Arnad primo tra tutti!
Thanks for finally writing about >"A Chamois, il paese senza auto" <Loved it!