Eccellenze Mangiare a

Torino stellata: ristorante Magorabin

La mia passione per la buona cucina e le creazioni che si discostano dal tradizionale è ben nota a chi mi conosce personalmente. I miei amici sanno quanto mi piaccia mangiare, mangiare bene, mangiare di qualità e soprattutto mangiare in locali dove gli chef sperimentano, trasformano le materie prime di qualità in insoliti piatti e giocano ad accostare sapori particolari.
Non ho mai nascosto la mia passione per l’insolito e il ricercato e quindi talvolta mi trovo a tavole stellate, ogni volta con l’emozione di una bambina che sta per scartare un regalo di Natale che aspetta da parecchio tempo. 

E’ stata questa la sensazione anche quando ho varcato la soglia del ristorante stellato Magorabin di Marcello Trentini a Torino, in c.so San Maurizio. 
Ci sono passata davanti più volte, dato che una delle mie amiche abita in zona, ma non ho mai notato il locale, aperto qui dal 2003, che dall’esterno non fa trasparire assolutamente quello che si scoprirà al suo interno.
Pochi tavoli, un ambiente sobrio e ben illuminato, personale numeroso, ma discreto e sempre attento ad ogni mossa del cliente: le migliori premesse per godersi un pranzo con alcune amiche. 

 

Chi è lo chef Marcello Trentini, mi sono chiesta prima di visitare il suo locale? E’ una curiosità che ho da sempre quella di conoscere sempre la persona che sta dietro alla creazione, sia essa uno chef quando pranzo in un ristorante, un vignaiolo quando assaggio un vino, un artigiano quando acquisto dei prodotti tipici e tradizionali.Scoprire che Marcello Trentini ama sin da piccolo la cucina e che si laurea in belle arti, mi fa comprendere prima ancora di conoscerlo di persona e di assaggiare i suoi piatti, quanto la passione e l’estro artistico potranno essere coniugate nella sua cucina. Non ne rimango certo delusa, anzi spesso mi trovo a pensare che la cura con cui i cibi vengono composti nel piatto ricordano un dipinto o una scultura. Lo sgombro tra saoe e escapece ne è la prova, a mio parere, più lampante.

Lo chef Marcello Trentini è inoltre tra gli chef che fanno parte dell’associazione Jeunes Restaurateur d’Europe [è il vice presidente italiano] e ha ricevuto la sua prima stella Michelin nel 2012. Premesse che mi portano ad avere alte aspettative, assolutamente non disattese.

 

Lo chef esce a salutare e passa tra i tavoli per controllare che tutto proceda bene anche più volte durante il servizio. Questo è, per me, un plus notevole: il cliente si sente coccolato, sente che le creazioni che escono dalla cucina sono davvero preparate per lui e per la sua soddisfazione della vista e del palato.


Il percorso di sapori al tavolo del ristorante Magorabin ci fa scoprire l’essenza dello chef: tutto ciò che ci è  proposto è stato studiato appositamente per darci una panoramica dei piatti che la mente geniale di Marcello Trentini elabora ogni giorno per i suoi clienti.
La proposta dei menu degustazione si basa sui quattro elementi: aria, acqua, fuoco e terra; i nostri assaggi sono stati invece un mix dei vari elementi per permetterci di scoprire l’estro e la genialità di Marcello Trentini.

 

L’abbinamento con le bevande, poi, è stato eccezionale e affascinante: da sommelier, faccio sempre attenzione a come si abbinano i vari piatti ai vini, non per pretesa, ma anzi per imparare sempre nuove cose. E devo dire che durante il pranzo da Magorabin di nozioni sugli abbinamenti ne ho imparate parecchie.
Quando ci è stato servito uno dei piatti che ho maggiormente apprezzato, lo “sgombro tra saor e escapece”, proprio a causa dell’aceto che non si abbina bene con i vini, ci è stato servito un infuso di aloe che si è sposato meravigliosamente con il piatto.
In abbinamento ai noodles con i ricci di mare, invece, oltre ad offrirci le bacchette giapponesi per degustare il piatto, è stato servito un sake.
Infine con il dolce [che a detta dello chef non conteneva zucchero e che quindi potevo assaggiare anche io] abbiamo gustato una fresca rivisitazione del Cuba Libre: un cocktail con rum, cola, lime e spezie infuse nello sciroppo di muscovado. 

Il mio piatto preferito? Beh sceglierne uno sarebbe davvero riduttivo e soprattutto molto molto difficile. Diciamo che ho provato a stilare un podio, senza per questo, trovare il compito semplice: gianduiotti di foie gras, bun a vapore farcito con vitello e laccato con teryiaki e sesamo bianco, Tortello con ripieno di parmigiano su consommé di prosciutto e falsa bacca di ginepro; non però in questo rigoroso ordine, perchè nemmeno io saprei che ordine dare loro.

 

Gianduiotto ripieno di foie gras
Buns di vitello laccato con teryiaki e sesamo bianco
Tortello con ripieno di parmigiano su consommé di prosciutto e falsa bacca di ginepro

E’ un viaggio tra i gusti nostrani ed esotici che vale la pena di fare.
La mia teoria è che la vista debba essere appagata tanto quanto il palato e al ristorante Magorabin ho potuto constatare una volta di più quanto questa mia convinzione sia fondata: la vista appagata dall’impiattamento e dalla presentazione dei cibi, ma anche la vista riposata dalla giusta luce al tavolo e dall’ambiente rilassante e tranquillo.
Godetevi anche voi allora, per il momento, le creazioni dello chef Marcello Trentini attraverso le fotografie.

Cialda di riso al nero di seppia limone cozze e vongole e bisque di crostacei

 

Tacos di mais con ceviche di cervo marinato, maionese all’avocado e cubetto di peperone

 

Gelato di banana cotta alla brace, spugna di castagne, mandarino, caffé e gianduja

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