All’imbocco della Val Maira ci accoglie Dronero, il cui simbolo è il ponte merlato detto Ponte del Diavolo. A Dronero, dove abitano, abbiamo incontrato Lucia e Giacomo, che saranno le nostre preziose guide per una giornata alla scoperta di questa valle del cuneese non così conosciuta ma che ha molto da offrire ai turisti che amano la montagna. Eravamo già stati in Val Maira una volta, qualche anno fa in occasione del nostro #vedday e in quell’occasione visitammo la Riserva dei Ciciu a Villar San Costanzo, un percorso naturalistico attraverso questo parco disseminato di particolari formazioni rocciose create dall’erosione del fiume Faussimagna.
Partiamo così da Dronero per risalire la valle e dopo 22 km che costeggiano il fiume Maira, che dà il nome alla valle, arriviamo a Stroppo, dove sono nati i nostri amici, Lucia a Cucchiales e Giacomo a Caudano. Seguendo le indicazioni per Paschero, il capoluogo, arriviamo in una piazza dove si affacciano la Chiesa parrocchiale ed il Municipio, una bella casa che conserva elementi architettonici di pregio del passato.
Oltre il camposanto, proseguiamo per circa 2,2 km ed arriviamo a Caudano. Qui si trova il Lazzaretto, una costruzione di pietre cementate, con facciata a vela, tipica delle antiche case signorili, impreziosita da due finestre bifore. Tale edificio fu costruito per il ricovero dei poveri, ma contribuì anche a curare le epidemie pestilenziali intorno al 1500, portate dal passaggio delle truppe francesi.
Ritorniamo a Paschero e imbocchiamo una strada in salita che dopo poco più di 1 km ci porta alla Chiesa di San Peyre, costruita nel dodicesimo secolo. Una testimonianza interessante, questa, dell’architettura e dell’arte in valle: campanile gotico, affreschi di artisti anonimi (alcuni portati alla luce dopo essere stati coperti da uno strato di calce come disinfezione dopo la peste del 1630).
Non ci fermiamo qui. Proseguiamo ancora per circa 6 chilometri e giungiamo a San Martino, 1450 metri sul livello del mare.
E’ qui che facciamo tappa per il pranzo. Discosta e posta in alto rispetto alla strada c’è infatti l’Osteria “Lou Subric”, in un’accogliente costruzione organizzata per la ristorazione e l’alloggio con camere in caldo legno ed una con terrazzo panoramico sulla valle. Alberto e Sonia, i gestori dell’osteria sono due giovani nati e cresciuti in pianura che quattro anni fa hanno scelto di vivere la montagna con il piccolo Valentino che ha ora 10 anni.
Il cibo è genuino ed a chilometro zero e nella scelta delle portate non possiamo esimerci di mangiare le raviole, uno dei prodotti tipici di queste valli, una sorta di gnocchi di patate allungati che nell’impasto hanno un’aggiunta di formaggio locale, spesso serviti con la fonduta di formaggio o con burro fuso e parmigiano.
Da San Martino ci sono delle belle passeggiate da fare: si può salire al Colle delle Cavalline (1940 metri sul livello del mare) che nei mesi tra maggio e luglio è completamente fiorito di viole, gigli, anemoni, rododendri e genzianelle: un tripudio di colori, insomma.
Dal Colle delle Cavalline si può scendere a Elva ed al suo capoluogo, Serre. I paesi in valle sono costituiti da numerose borgate, tutte con il proprio nome e tutte con particolarità diverse. Il capoluogo è il fulcro del pease, quello dove c’è il municipio e la chiesa principale.
La chiesa parrocchiale di Serre ha, al suo interno, un bellissimo fonte battesimale trecentesco e gli affreschi del famoso pittore fiammingo Hans Clemer, detto Maestro d’Elva.
A Elva si trova anche il Museo dei Pels, che ricorda una delle attività importanti degli elvesi: l’acquisto di chiome femminili e di capelli del pettine nel nord Italia che, dopo opportuni trattamenti, venivano utilizzati per la preparazione di parrucche. Un museo davvero interessante che ci riporta agli antichi mestieri che venivano svolti dagli abitanti delle montagne.
Il museo è aperto sabato e domenica nei mesi di luglio e agosto con il seguente orario: 09.00/12,00 – 14,30/18,30
È possibile la visita nei giorni feriali rivolgendosi alla locanda San Pancrazio a borgata Serre (tel.0171-997986).
Sempre dal Colle delle Cavalline, in un’altra direzione, si può giungere al Colle di Sampeire (2224 metri sul livello del mare) dal quale si gode una meravigliosa vista sul Monviso e dal quale si può scendere nella valle parallela, la Valle Varaita.
Seguendo invece a sinistra, attraverso una strada sterrata, si giunge alla base del monte Pelvo: a destra la strada militare passa poco sotto la displuviale tra Maira e Varaita sopra i comuni di Stroppo, Elva, Macra, San Damiano e Roccabruna.
Si è fatto tardi e noi dobbiamo rientrare. A malincuore salutiamo quella parte della Val Maira che Lucia e Giacomo ci hanno fatto conoscere. Rimane il proposito di tornare per continuare il nostro viaggio in questa Valle incontaminata, ricca di arte e di sentimenti.
Grazie Lucia, grazie Giacomo !
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