Il mio viaggio in Libano è stato principalmente dedicato ad una delle mie grandi passioni: il vino.
Ciononostante la parte culturale e storica si è affiancata alla parte enologica e l’ha completata. Conoscere un paese in una sola delle sue caratteristiche non permette di capirlo appieno.
La situazione geo politica di questo stato è sempre stata ed è ancora parte delle notizie che ci arrivano da diversi fronti, ma fare un’esperienza diretta. Vedere con i propri occhi e soprattutto confrontarsi con la gente del luogo aiuta a comprendere meglio le realtà che ci arrivano spesso filtrate.
Regione vinicola
La valle della Bekaa si trova nell’interno del paese ed è nel cuore di una delle più antiche regioni vinicole del mondo e conserva parecchie influenze francesi sin dall’epoca coloniale. A differenza di molti paesi mediorientali e di quella zona del bacino del Mediterraneo, in Libano l’alcol scorre liberamente.
Settembre è uno dei mesi ideali per visitare le cantine della Valle della Bekaa e per vivere appieno la festa della vendemmia nei vigneti.
Chateau Ksara e Chateau Kefraya, di cui abbiamo visitato le enormi cantine e in cui abbiamo partecipato ad una degustazione guidata, sono tra i più grandi produttori di vino della zona.
Ma per scoprire le tipicità dei vini autoctoni e conoscere storie particolari vi consiglio di visitare altre due belle realtà vitivinicole della Valle della Bekaa: Chateau St Thomas e Domaine des Tourelles.
Ma non limitatevi ad assaggiare solamente i vini, degustate anche l’Arak il liquore a base di anice tipico del Libano.
Baalbek
A dominare la bella e fertile valle della Bekaa troviamo una cittadina famosa per le sue meravigliose rovine romane che testimoniano quanto l’impero romano si estendesse in grandezza e in influenza culturale: Baalbek.
Uno dei più maestosi complessi di templi dell’impero romano, noto nell’antichità con il nome di Heliopolis (Città del Sole), vantava nel suo massimo splendore tre grandiosi templi dedicati a Giove, Venere e Bacco.
Attualmente, in Medio Oriente, si gioca la bellezza e l’imponenza con un altro sito Patrimonio dell’Umanità altrettanto ben conservato, vale a dire Gerasa in Giordania.
Le rovine si trovano isolate in un grande territorio appena fuori dalla moderna città di Baalbek, le cui vicende storiche ben riflettono la storia del Mediterraneo.
Baalbek fu fondata dai fenici, gli antenati dei moderni libanesi, che inventarono il sistema di scrittura antenato di quello che conosciamo noi oggi; attorno al 300 a.C. la città divenne una colonia greca prendendo il nome di Heliopolis e nel 16 a.C. i romani la conquistarono edificando poi sulla collina prospicente la Valle della Bekaa una vasta acropoli.
Oggi il tempio di Bacco è il reperto romano più completo, intatto e visitato in questo sito. La scalinata, che veniva utilizzata per le processioni, conduce al santuario e alle sale interne dove si celebravano le funzioni religiose.
Poco distante dai templi è ancora visibile la cava di pietra in cui ci sono ancora enormi blocchi semilavorati e quasi pronti che sono lì da circa 2000 anni mai posizionati nel luogo in cui erano destinati.
Atmosfere storiche
Poco distante dall’ingresso del sito archeologico c’è un hotel caratteristico, l’Hotel Palmyra, che sovrasta le rovine. Questo edificio fu costruito nella seconda metà del diciannovesimo secolo, ancora in era ottomana.
Costruito come ostello per i pellegrini sulla via di Gerusalemme, con le sue finestre a trifore ha un particolare fascino. E’ qui che alloggiavano e alloggiano i personaggi famosi in visita a Baalbek, tra loro si ricorda Charles De Gaulle.
Il periodo migliore per visitare Baalbek e la Valle della Bekaa è la primavera e l’inizio dell’estate quando il clima è secco e la zona è animata da locali in cui fumare il narghilè e caffè all’aperto.
A fine luglio e inizio agosto, invece, Baalbek è molto animata a causa dell’annuale Festival Internazionale della Musica.
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