Post di Viaggio

Un giorno a Kobe

Qual è la prima cosa che viene in mente parlando di Kobe? A parte il suo famosissimo manzo, Kobe è una deliziosa città piena di contrasti ad iniziare dal paesaggio marino e montano al tempo stesso e alla sua cultura che si bilancia tra tradizione ed innovazione.
Ma cosa si può fare in un giorno a Kobe? Una giornata è sufficiente per visitarla?

Durante il mio viaggio in Giappone, ho trascorso a Kobe una giornata intera e mi sento di dire che è stato sufficiente per godere appieno di questa città con una bella passeggiata lungomare sulla quale è piacevole camminare e ammirare il panorama.

Il Terremoto

Kobe fu quasi completamente rasa al suolo da un terribile terremoto il 17 gennaio 1995, ma poco ormai si nota in città di questa calamità. A testimonianza, nel 2002, è stato aperto il Museo del Terremoto, che oltre a fotografie che mostrano il dolore della città in quei momenti, sensibilizza sui terremoti, molto frequenti in Giappone, e spiega il processo di ricostruzione della città di Kobe.

I Templi

Ci sono 14 diversi templi shintoisti (shrine) visitabili in città e un parco che racchiude i templi chiamato “Ikuta-noMori”. L’intero spazio dei templi e del parco è così tranquillo che ci si può facilmente dimenticare di trovarsi nel centro di una grande città.

Il tempio più caratteristico, però, è Ikuta Shrine, un tempio antico con oltre 1800 anni di storia. Si trova nel centro di Kobe, a soli 5 minuti di distanza dalla stazione Sannomiya ed è meta di visitatori stranieri e da pellegrini provenienti da tutto il Giappone.

Il Porto

Il porto di Kobe, che ha celebrato i 150 anni nel 2018, vede un intenso traffico di navi, ogni giorno, in entrata ed in uscita al Meriken Pier.
Al Pier, a fianco ai moderni edifici che ospitano uffici delle compagnie navali, caffè e ristoranti e anche un grande teatro, si trova il simbolo della città di Kobe, con la sua particolare forma: la Kobe Tower.
E’ una torre panoramica eretta per celebrare i 90 anni del porto di Kobe ed è composta da due strutture circolari inserite una dentro l’altra. Il colore rosso e la scritta sulla sommità “PORT OF KOBE” la rendono visibile da buona parte della città ed è diventata un simbolo riconosciuto.

Il Meriken Park

Poco distante dal porto, lungo la costa, troviamo un parco che offre un’atmosfera piacevolmente tranquilla: il Meriken Park.
E’ il luogo perfetto per una passeggiata o per fare jogging al mattino o nel tardo pomeriggio.
Particolare è una pietra con un foro quadrato : rappresenta una sorta di televisore ed è un monumento al cinema giapponese e alle sue star.

Chinatown – Nankinmachi

La Chinatown di Kobe è la più grande della regione del Kansai, una delle tre principali del Giappone con quelle di Yokohama e di Nagasaki.
Vi si accede trionfalmente attraverso un arco ed è un luogo di fusione tra la tradizione e la cultura cinese e giapponese.

La sua origine si fa risalire al 1868, quando fu inaugurato il porto di Kobe. Al tempo, i cinesi che si spostarono a Kobe si insediarono nella parte ovest della città, poco distante dal porto. Iniziarono gradualmente ad aprire i loro commerci e ad importare la loro cultura in città. Da allora la zona della città si chiama Nankinmachi ed è la zona dove vive la popolazione cinese.
Le strade qui sono disseminate di negozi e di bancarelle che vendono cibo cinese e l’atmosfera esotica ben si combina con l’ospitalità giapponese.

Il manzo

Venire a Kobe e non assaggiare il famoso Kobe beef è quasi un sacrilegio.

Ero tremendamente curiosa di assaggiare questa prelibatezza così decantata che, nonostante il prezzo fosse più alto dei soliti pasti consumati in Giappone, ho deciso di regalarmi un pranzo a base di manzo di Kobe proprio il giorno del mio compleanno.

Parecchi ristoranti, soprattutto quelli nella zona di Chinatown, offrono i menu a prezzo fisso per poter assaggiare il famoso Manzo di Kobe e in questo caso, soprattutto a pranzo, i prezzi sono piuttosto contenuti. Nel mio caso ho speso circa 40€ per un piatto a base di manzo crudo, un’insalata, del riso e un piatto a base di manzo cotto.

Dopo averlo assaggiato ed essermene perdutamente innamorata – non si può descrivere la sensazione a parole, bisogna provare – mi sono ripromessa che la prossima volta che tornerò a Kobe, sono pronta a spendere anche di più per gustarmi un pezzo di manzo più grande.

PhotoCredits Alex Belletti
PhotoCredits Alex Belletti
PhotoCredits Alex Belletti

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