Se siete alla ricerca di un luogo da scoprire dove coniugare spiritualità, cultura, tradizione e modernità la risposta per voi è: Armenia.
L’Armenia è un piccolo Stato, visitabile in una settimana o poco più, che vi consentirà di fondere tutti questi aspetti.

YEREVAN: Il Centro per le Arti Cafesjian

Noi siamo partiti dalla capitale, Yerevan: molto moderna, più di quanto mi aspettassi, nelle sere estive assume l’aspetto di una piccola capitale occidentale per i numerosi
locali all’aperto “trendy” e festaioli e le famose catene di fast food americane presenti. Durante le calde serate estive i giochi d’acqua in pieno centro attirano l’attenzione dei
turisti e non solo in cerca di refrigerio.

giochi d’acqua a Yerevan

 

giochi d’acqua a Yerevan

Se siete amanti dell’arte ed in particolare di sculture e mobili contemporanei potete visitare Il Centro per le Arti Cafesjian: la sua realizzazione cominciò agli inizi degli anni ’80 e deve il nome al filantropo che finanziò la realizzazione di questo spazio culturale che si articola su più piani. Le sale si raggiungono attraverso delle scale mobili ai lati delle quali si trovano delle piattaforme dove sono esposte opere d’arte provenienti dalla collezione personale di Cafesjian, come “Marilyn Bocca Lip Sofa” di Gufram, “Lipstick” di Giorgio Laveri e “Butterfly Seat” di Richard Cresswell.

Marilyn Bocca Lip Sofa” di Gufram, “Lipstick” di Giorgio Laveri

interno del Cafesjian Center

Il centro è allestito all’interno della cosiddetta “Cascata”, una scalinata in pietra che si affaccia su una piazza che ospita, tra le altre, sculture in bronzo di Fernando Botero ed un’enorme teiera in ferro battuto.

La “Cascata”

scultura di Botero

Il Museo dedicato al Genocidio Armeno

Poco distante da Yerevan sorgono il Memoriale ed il museo che ricostruisce la storia del genocidio armeno. Nel 1502 l’Armenia fu annessa al regno Ottomano ma, quattro secoli dopo, quando l’impero entrò in crisi e cominciò a diffondersi il nazionalismo turco, intraprese la strada dell’indipendenza. La Turchia reagì a questo tentativo uccidendo, nel 1909, 30.000 armeni in Cilicia, e, successivamente, all’entrata in guerra della Turchia, un milione di uomini e mezzo milione di donne e bambini vennero deportati nel deserto siriano dove morirono di stenti. In totale, secondo le fonti armene, sono state uccise più di due milioni di persone. All’interno del museo c’è un’esposizone permanente articolata in 12 sale dove sono raccolti oggetti, foto originali, libri e documenti che raccontano questa tragedia.

La Stele del Memoriale

Sul piazzale accanto al museo sorge il Memoriale, eretto nel 1967: la stele, alta 44 metri, rappresenta la rinascita degli armeni ed intorno le dodici piastre inclinate rivestite di pietra formano un cerchio al centro del quale arde la fiamma eterna in ricordo delle vittime. Sul muro di pietra che fiancheggia il viale di accesso al Memoriale sono incisi i nomi delle principali città e località colpite dal Genocidio. Ogni anno, il 24 aprile, armeni da tutto il mondo si riuniscono presso il Memoriale per commemorare le vittime del massacro: la notte tra il 23 e il 24 aprile 1915 corrisponde, infatti, all’inizio del Genocidio ed è la giornata di Lutto Nazionale per tutti gli armeni.

particolare del Memoriale

Accanto al museo si trova il parco dove Papa Francesco ed il Presidente della Repubblica Francese Hollande, tra gli altri, hanno piantato dei pini in memoria delle vittime.

parco davanti al Memoriale

il pino di Papa Francesco

Il Tempio di Garni

A mezz’ora da Yerevan, potete visitare il Tempio di Garni, tempio ellenico risalente al I secolo dopo Cristo dedicato al dio del sole, Mitra. Parte della struttura, distrutta da un terremoto nel 1679, fu ricostruita con una struttura simile a quella del Partenone per la monumentale scalinata e le colonne che la caratterizzano.

Tempio di Garni

Il paesaggio circostante della gola di Garni vi affascinerà per la sua indiscutibile bellezza, tanto che dal 2011 il sito di Garni è stato inserito nel patrimonio UNESCO.

sito di Garni

Echmjadzin

Non distante da Yerevan, sorge nell’omonima cittadina il complesso patriarcale di Echmiadzin: è un luogo sacro per gli armeni, in quanto è la Santa Sede del Catholicos armeno Garegin II, il capo spirituale della Chiesa Apostolica Armena.

ingresso del Monastero di Echmiadzin

Il monumento più importante di Echmiadzin è la sua cattedrale, costruita originariamente da San Gregorio Illuminatore nel 301-303, quando l’Armenia era l’unica nazione del mondo a riconoscere il Cristianesimo come religione di stato. Secondo gli annali armeni, San Gregorio ebbe una visione di Cristo che scendeva dal cielo e colpiva il suolo con un martello d’oro per mostrare il luogo dove sarebbe dovuta essere costruita la Cattedrale; per questo motivo il patriarca diede alla chiesa e alla città il nome di Echmiadzin, che significa “il luogo dove discese l’Unico Figlio”.

Echmiadzin

Chiesa di Surp Hripsime

Nei dintorni di Yerevan sorge la chiesa di Surp Hripsime, una tra quelle che ho apprezzato maggiormente. Fu costruita sul luogo dove originariamente sorgeva una cappella per ricordare l’uccisione di Hripsime appunto, una suora cattolica che rifiutò di sposare il re Tiridade III; all’interno della chiesa è possibile vedere la nicchia che contiene le pietre che furono usate per lapidarla. Nel 2000 la chiesa è stata inclusa nella lista dei patrimoni dell’umanità Unesco.

Surp Hripsime

interno di Surp Hripsime

interno di Surp Hripsime

Khor Virap

Viaggiando tra laghi e altopiani del Caucaso abbiamo raggiunto Khor Virap, famosa per il monastero.

Monastero di Khor Virap

”Khor Virap” letteralmente significa “pozzo profondo”: all’interno del monastero, infatti, si trova il pozzo in cui San Gregorio Illuminatore fu imprigionato per 12 anni dal re pagano Tiridate III: se non soffrite gli spazi stretti potete calarvi in fondo al pozzo attraverso la stretta scala di metallo. Secondo la leggenda, San Gregorio Illuminatore guarì Tiridate III, quando, a causa di una maledizione gli crebbe una testa di maiale, conseguentemente il Re si convertì al Cristianesimo e San Gregorio Illuminatore divenne il primo Catholicos della Chiesa Apostolica Armena.

Khor Virap – interno

Khor Virap – particolare

Da Khor Virap si può godere anche di una magnifica vista: sorge, infatti, a poca distanza, il Monte Ararat che con i suoi 5165 metri d’altezza segna il confine con la Turchia.

Areni

Alle pendici del monte Ararat, nonostante le complesse condizioni climatiche, prospera il vitigno dell’Areni, da cui si ricava un ottimo vino rosso. In Armenia, infatti, si producono vini di ottima qualità che noi non abbiamo perso occasione di degustare.

vino rosso armeno

visita alle cantine armene

Una curiosità: lungo le strade armene non è insolito trovare delle bancarelle dove poter acquistare prodotti tipici locali, soprattutto frutta, e delle bottiglie anonime contenenti all’apparenza Coca Cola, in realtà si tratta di …. vino, ma viene presentato in questo modo affinché i camionisti iraniani possano acquistarle e portarle al di là del confine dove il consumo di bevande alcoliche è illegale.

Noravank

Il complesso di Noravank (Nuovo Monastero), opera dell’architetto Momik, risale al XII secolo ed è uno dei siti più belli in Armenia: include la chiesa-sepolcro di San Astvazazin risalente al 1339, la chiesa di Santo Stefano e la chiesa di San Grigor.

Monastero di Noravank

Se non soffrite di vertigini potete avventurarvi su ripide scale molto strette all’interno della chiesa di San Astvazazin, costruita in cima al mausoleo dedicato a Burtel Orbelian, la cui famiglia finanziò la realizzazione del monastero.

ingresso al Monastero di Noravank

Il complesso è uno dei siti più visitati e più fotografati in Armenia per il panorama che si può ammirare in qualsiasi ora del giorno, ma in particolare durante il tramonto quando la luce si riflette sulle pietre delle chiese creando riflessi dorati.

Il monastero di Tatev

Il monastero di Tatev è abbarbicato su un altopiano che offre una vista spettacolare e altrettanto spettacolare è stato il mezzo che abbiamo utilizzato per raggiungerlo, ovvero la funivia “Wings of Tatev”, entrata nel Guinness World Records per essere la più lunga al mondo senza fermate intermedie.

La funivia di Tatev

funivia di Tatev

Scesi dalla funivia raggiungerete il monastero: si tratta di un complesso fortificato costruito su uno sperone di roccia a picco sulla valle del fiume Vorotan. La posizione difficilmente accessibile per i nemici ha fatto sì che il monastero divenisse centro politico e amministrativo e nel XV secolo sede universitaria. La chiesa più antica del monastero è dedicata a San Pietro e San Paolo: purtroppo gli interni sono piuttosto rovinati e gli affreschi ormai hanno colori sbiaditi.

Monastero di Tatev

Una curiosità: appena fuori dalla chiesa sorge la colonna Gazavan realizzata nel 904; in caso di scosse sismiche il pilone si inclinava tornando poi nella posizione iniziale segnalando il pericolo di un terremoto.

colonna Gazavan a Tatev

Dopo la visita del monastero concedetevi una pausa curiosando tra le coloratissime bancarelle ricche di prodotti locali. La vostra attenzione sarà sicuramente attirata dal lavash, il tipico pane armeno che si presenta con diverse forme: quello che più incuriosisce si presenta in sottilissime e croccanti sfoglie arrotolate con colori diversi a seconda della frutta utilizzata per realizzarlo. Nel 2014 l’Unesco ha inserito il lavash nella lista del patrimonio dell’umanità.

lavash

Altro prodotto tipico è il gata, una torta con un ripieno morbido a base di zucchero, burro e tuorli.

gata

Un altro dolce dall’aspetto insolito è il sudzhuk: si tratta di noci infilate e ricoperte da lunghe strisce di sciroppo d’uva condensato che troverete appese in moltissime bancarelle.

sudzhuk

Il lago di Sevan

Ultima tappa del nostro viaggio in Armenia è stato il lago di Sevan, uno dei laghi d’acqua dolce più grandi del Caucaso; situato a 1900 metri di altitudine, negli ultimi anni il lago è diventata una meta turistica molto frequentata.

lago di Sevan

lago di Sevan

Le molteplici sfumature dei colori del lago si possono ammirare salendo sulla collina dominata dal monastero di Sevanavank, uno dei siti più visitati in Armenia, soprattutto durante il periodo estivo.

Monastero di Sevan

Rimarrete affascinati dai numerosi khachkar presenti sul sito: sono lastre funerarie scolpite nella pietra decorate con croci collocate al centro che collegano la parte inferiore in cui sono rappresentati simbolicamente la terra, la vita, il passato ed il male con la parte superiore che rappresenta, di volta in volta, il cielo, il sacro, il futuro ed il bene. Secondo molti armeni, i khachkar sono dotate di poteri sacri. Si stima che ne esistano più di 50.000 pezzi in tutta la nazione e sono stati inseriti dall’UNESCO nella lista dei patrimoni culturali intangibili.

khachkar

 

Secondo un adagio armeno “Non è facile lasciare l’Armenia, non tornarvi più è ancora più difficile”: sicuramente l’Armenia è un paese affascinante con paesaggi molto differenti tra loro che si alternano continuamente, ricco di tradizioni, cultura e siti che per la loro bellezza sono stati inseriti nel patrimonio UNESCO e che vi coinvolgerà profondamente se solo vi prenderete il tempo necessario per conoscere un paese che riserva continue sorprese.

 

 

 

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