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Ai piedi dell’Atlante: la magica Valle della Draa, tra palmeti, kasba e ksar

Viaggiando capita talvolta di incontrare uno di quei luoghi che ti colpisce in maniera particolare e che rimane nei ricordi per le sensazioni che suscita… la Valle della Draa è uno di questi luoghi.     
                    
Per arrivare si percorre una strada che, da Marrakesh, si inerpica fino al passo del Tizi’n Tichka, che in berbero significa il “passo dei pascoli” ed è il più alto passo carrozzabile del Marocco. 
Siamo sul versante settentrionale dell’Alto Atlante, a 2260 metri e il paesaggio è entusiasmante: steppa di montagna, villaggi mimetizzati nella roccia e foreste di pini.
Scendendo dal Tizi’n Tichka si incontra la cittadina di Ouarzazate, nata negli anni ’20,  quando i francesi ne fecero un centro amministrativo e vi insediarono una guarnigione militare. E’ situata alla confluenza delle Valli della Draa e del Dades in posizione strategica per le escursioni in entrambe le valli. 
Se capitate a Ouarzazate vi consigliamo il Riad Dar Al Aaafia. E’ situato un po’ ai confini del mondo tanto che, per trovarlo, abbiamo chiesto aiuto ad un ragazzo del posto che è salito in macchina con noi e ci ha accompagnato… ma ne è valsa la pena perché, nella sua semplicità, ha un’atmosfera molto “marocchina” ed esotica e poi è gestito da una ragazza molto ospitale.  
La cittadina è dominata dalla kasba di Taourirt, enorme costruzione in terra, abitata fino agli anni trenta, ora diventata monumento nazionale. 

Se siete appassionati di cinema potete visitare, a pochi chilometri dal centro, gli Atlas Film Corporation Studio dove sono stati (e vengono tuttora) girati film di tipica ambientazione desertica.   
Da Ouarzazate la strada percorre la bellissima Valle della Draa fino ad arrivare ai confini con il deserto. 
La natura in questa valle sembra essere ostile, ma è invece un susseguirsi di frutteti, palmeti e piccoli villaggi costruiti in mattoni fatti di terra mischiata a paglia. 
Ammirando le distese di pietra e sabbia, le colline e le aspre montagne, si respira un senso di pace e di tranquillità, quasi una sospensione del tempo. 
Dalla strada, in lontananza, si riesce a “strappare” con l’obiettivo della macchina fotografica qualche scena di vita quotidiana, cercando di non essere invadenti e rispettare il pudore e la riservatezza degli abitanti, sempre ospitali e gentili con i turisti.

La Draa nasce dall’Alto Atlante e raggiunge l’Atlantico presso Cap Draa, poco più a nord della città di Tan Tan, quasi al confine con il Sahara Occidentale. 

In realtà spesso le sue acque non raggiungono il mare, ma si perdono nel deserto. La zona più florida della valle è quella compresa tra Agdz e Zagora. La strada si percorre lentamente per ammirare il paesaggio che, soprattutto al tramonto, ha dei colori bellissimi.
Gli ksar, villaggi fortificati simili a castelli di terra, appartenuti ai signori-contadini che controllarono le oasi fino ai primi anni ‘900, in contrapposizione alle popolazioni nomadi, si susseguono per circa 100 km: Agdz, Tamnougalt, Tansikht, Ouaouzagour, Tamezmoute, Taakilt, Tissergate sono solo alcuni dei villaggi situati nella valle.
Lungo la strada un piacevole incontro è quello con i bambini che vendono i datteri  boufeggou che crescono nelle oasi della valle: buonissimi e particolarmente dolci! 

In alternativa potete raccoglierli addentrandovi nell’oasi: è piacevole camminare in questi labirinti verdi e intricati, tra alberi da frutta, campi di orzo, sentieri e seguia, i canali di adduzione per l’acqua di irrigazione.   
 

Da Zagora, piacevole cittadina che in passato è stata una delle tappe per le carovane che da Timbuktu si dirigevano verso il Sahara, il paesaggio diventa più arido e annuncia le dune prossime al deserto. 

Di qui partono infatti le escursioni in fuoristrada che raggiungono le dune presso la località di M’Hamid, conosciuta anche per la Maratona delle Sabbie: durissima corsa a piedi di circa 200 km nel Sahara marocchino. 
Se volete un assaggio di deserto potete fermarvi alle piccole dune di Tinfou, a circa 5 km da Tamegroute, villaggio conosciuto per la sua antica scuola coranica. E’ solo un assaggio ma, dall’alto di queste piccole dune, capiamo immediatamente quanto sarebbe bello organizzare un viaggio nel deserto…

A 30 km da Ouarzazate, tornando verso Marrakesh, una deviazione d’obbligo ci porta ad Ait Benhaddou, città fortificata protetta dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. 

La posizione di questo ksar, tutto costruito in terra, non è casuale: si trova infatti sulla sponda dell’Oued Ounila su una collina che controllava la “pista del sale”, l’antico percorso su cui transitavano le carovane che si recavano a Marrakesh prima che venisse aperto il tracciato attuale su strada asfaltata (affittando un fuoristrada si può percorrere la vecchia pista che segue il corso dell’Oued Ounila). 
L’architettura esprime la funzione di difesa del luogo: mura esterne molto alte con porte che, durante la notte, erano in passato chiuse e sorvegliate.   
      

Purtroppo la popolazione ha quasi del tutto abbandonato lo ksar, per trasferirsi sulla riva opposta del fiume dove si trovano alcuni alberghi, ristoranti e negozi. Peccato… le infrastrutture turistiche tolgono un po’ della magia a questo luogo bellissimo. 

Meglio rivolgere lo sguardo all’orizzonte, così come facevano i vecchi abitanti dello ksar, per ammirare la distesa dell’hammada, l’altopiano desertico caratterizzato pietre ed assenza di vegetazione.   

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