Partecipiamo alla prima delle cinque corse, previste tra settembre e dicembre 2016, del treno storico della Ferrovia del Tanaro , in partenza da Torino “Porta Nuova ” e arrivo ad Ormea (CN). Il ripristino della tratta Ceva – Ormea, dismessa già dal 2012, per questa occasione è voluto dall’Unione Alta Val Tanaro per incrementare il turismo nella Valle e valorizzare il territorio ed i suoi prodotti.
Il treno arriva puntuale in stazione, a Torino Lingotto, ma non è uno dei treni che ormai siamo abituati a vedere: è un treno di “una volta”. Ora come un tempo, il tempo della mia adolescenza e della mia gioventù, mi prende una certa frenesia, un’emozione, mentre sto per salire e partire alla volta di Ormea.
Le carrozze sono tre e sono le cosiddette Centoporte; il treno parte ed al caratteristico “tu-tum tu-tum” si aggiunge lo scricchiolio delle parti in legno: infatti gli interni sono completamente in legno dai sedili ai portapacchi.
Il convoglio sferragliando percorre la pianura piemontese, attraversa il fiume Tanaro ben nove volte e incontra le stazioni di Carmagnola, Savigliano, Fossano, Mondovì prima di arrivare a Ceva, primo tra i Comuni dell’Alta Val Tanaro e della tratta in questione, in perfetto orario.
A Ceva c’è un gran via vai di gente che è venuta in stazione per vedere il treno storico, per fotografarlo, per salutare i passeggeri e tra tutta la calca tre signore abbigliate con vestiti d’epoca offrono ai passeggeri degli ottimi dolci: i cevesi al rhum ed i cevesi al Grand Marnier della pasticceria Bono.
Proseguendo il viaggio, troviamo la stessa strepitosa partecipazione anche nelle altre stazioni.
A Nucetto, paese che ospita il Museo ferroviario della Ceva- Ormea ed il Museo storico dell’Alta Val Tanaro, troviamo ad attenderci alcuni figuranti; a Pievetta, dove tra coloro che son venuti perché interessati al treno, sbuca un finto prelato, un finto macchinista, tutti per rallegrare il nostro passaggio e creare una divertente atmosfera; a Garessio, uno dei borghi più belli d’Italia, alcuni bambini per mano ai genitori o sulle spalle dei papà guardano entusiasti questo strano convoglio; a Ormea, dove arriviamo alle h.12,09, sono in tanti ad attendere una volta tanto il treno che da troppo tempo non arriva più!
Oltre ad un gruppo di volontari, anche il Sindaco è pronto per accompagnarci a pranzo e poi a visitare la cittadina. Per raggiungere il ristorante percorriamo i famosi trevi ovvero i vicoli caratteristici di Ormea, del suo centro storico; transitiamo nella strada centrale, via Roma, dove si svolgono abitualmente le principali manifestazioni: oggi ad esempio vi sono numerose bancarelle del desbarattu ed il Sindaco ci racconta che durante l’anno gli eventi che si susseguono sono una ventina per cui a ragion veduta, ogni settimana durante l’estate, ad Ormea qualcosa si muove.
Durante le feste religiose, in occasione delle processioni, la strada centrale viene addobbata con ghirlande di fiori, molto spesso maggiociondoli, appese a formare una volta fiorita.
Pranziamo al Ristorante Il Borgo in via Roma, uno dei ristoranti storici di Ormea, locale che con altri tre o quattro esercizi come il Bar della Stazione, accoglieva i turisti che arrivavano ad Ormea con il treno; la cucina è tipica della Valle, sulla carta troviamo cucinati i prodotti locali quali le patate, il grano saraceno, i formaggi, la selvaggina, tutti trasformati in maniera eccellente in prelibati piatti.
Dopo il pranzo, con il poco tempo che ci rimane, il Sindaco, sig. Giorgio Ferraris, ci accompagna a visitare la Chiesa di San Martino, il cui Campanile romanico risale al X sec. e sotto questo è visibile una antica porta di accesso alla città. Dalla piazzetta adiacente la Chiesa, alzando lo sguardo, si possono vedere le rovine del Castello distrutto nel 1794 dalle truppe francesi.
Visitiamo in seguito il Museo Etnografico, dove sono raccolti oggetti e spazi della vita di un tempo, gli attrezzi del falegname, del contadino, del calzolaio, la ricostruzione di una unità abitativa e di un’aula scolastica, una raccolta di divise militari e di paramenti sacri.
Procedendo nel nostro itinerario ci viene raccontato come si provvede alla pulizia di tutte le strade interne tramite il biale ossia settimanalmente (ma in questo periodo è particolarmente difficile per scarsità d’acqua) tramite una rete sotterranea di tubature e chiusini, l’acqua del rio Armella viene fatta passare nelle vie per lavarle e anche per ripulirle dalla neve in inverno.
Ci fermiamo ad ammirare la bellissima facciata della Casa del Marchese datata fine 400, con dipinta una tarda “Leggenda di San Martino”.
Ancora tante altre bellezze ci rimangono da vedere ma è ora di ripartire e il treno non aspetta: vorrà dire che ad Ormea bisognerà ritornare!
Alle 15,55 tutti in carrozza, si riparte. Siamo tutti più stanchi ma il treno ci culla, fuori dal finestrino alcune gocce di pioggia danzano per salutare il nostro passaggio.
Nelle stazioni c’è ancora gente che è venuta proprio per vedere il treno storico e ci saluta e sorride.
A Pievetta siamo attesi alla grande per una merenda in carrozza e anche se il programma prevedeva che la merenda fosse consumata a terra, il tempo si beffa di noi e piove; quindi non ci resta davvero che goderci la merenda in carrozza con prodotti tipici: il panfritto e i salumi, la torta verde di Pievetta, le caldarroste cotte sul momento e le bevande.
Peccato per la pioggia perchè gli amici di Pievetta sono ben organizzati per intrattenerci con dimostrazioni dei mestieri di un tempo.
Ripartiamo per rientrare; dal finestrino godiamo ancora di un bel verde e rilassante panorama.
Arriviamo a Torino alle 20, ricchi per aver trascorso una giornata particolare, intensa ed emozionante!
Sicuramente la possiamo consigliare a tutti, ai grandi perché le bellezze da vedere sono tante, ai piccoli perché è un’esperienza utile e intelligente per conoscere il tempo dei loro nonni.
Le prossime corse si effettueranno il 18 /9, il 16 e 23/10 e l’8/12: il programma di ogni giornata si trova sul sito VIC, le prenotazioni ed ogni info al numero 0173 223250 e buon viaggio!