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Le Catacombe di San Gennaro e il Cimitero delle Fontanelle

Il Rione Sanità, una delle anime più autentiche di Napoli è, a torto, spesso escluso dagli itinerari di chi programma una visita in città. Conosciuto soprattutto per gli episodi di cronaca e criminalità, in realtà è un quartiere dai forti contrasti. Case dalle facciate disordinate ed edifici seicenteschi in decadenza si affacciano sulle sue vie. Ma nasconde anche luoghi incredibili, come le Catacombe di San Gennaro e il Cimitero delle Fontanelle. Visitare il Rione Sanità è scoprire il passato della città, ma anche la sua storia recente. Una realtà nuova che, attraverso la cultura e l’aggregazione sociale, cerca di riqualificare questa zona degradata e fornire ai giovani un’ alternativa all’illegalità.
Il Rione Sanità, una delle anime più autentiche di Napoli

Il Rione Sanità

Il degrado del Rione Sanità risale alla costruzione del Ponte della Sanità, ufficialmente denominato Ponte Maddalena Cerasuolo, la partigiana che impedì ai nazisti di farlo saltare. Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat lo costruirono agli inizi dell’800 per facilitare l’accesso alla Reggia di Capodimonte, isolata dal centro della città e difficile da raggiungere. Con la costruzione del ponte, la viabilità migliorò molto ma il quartiere venne completamente tagliato fuori dalla vita della città. Assunse così le caratteristiche di un ghetto, completamente chiuso su se stesso, con i suoi edifici storici in completo abbandono. Oggi il modo più comodo per scendere al Rione Sanità è prendere l’ascensore proprio sul ponte. Da questo punto si ha una bellissima vista sul rione e sulla cupola maiolicata in ceramica giallo-verde della Chiesa di Santa Maria della Sanità, uno dei principali esempi del barocco napoletano. La storia recente del Rione Sanità ha una svolta nel 2001. Don Antonio Loffredo, un prete innovativo, arriva nel quartiere e si circonda subito di giovani e li abitua alla cultura, al gusto del bello.
Rione Sanità

Il Ponte Sanità

Rione Sanità

La Chiesa di Santa Maria della Sanità

Le catacombe di San Gennaro

Le Catacombe di San Gennaro e il Cimitero delle Fontanelle

Le Catacombe di San Gennaro

Nel 2006 cinque giovani del rione fondano la Cooperativa Sociale La Paranza. Hanno un progetto di auto-sviluppo, che portano avanti attraverso la riqualificazione di alcuni tesori nascosti nel sottosuolo di Napoli, come  le Catacombe di San Gennaro e il Cimitero delle Fontanelle. Negli anni la cooperativa è cresciuta ed occupa oggi più di 20 giovani. Investendo  i ricavi ottenuti con il turismo, sono riusciti a recuperare più di 11000 mq di patrimonio artistico sul territorio. 
La passione e l’orgoglio per questo bel progetto traspare nelle parole delle giovani guide, molto preparate. La necropoli è costituita da due livelli non sovrapposti, dove colpisce l’eccezionale ampiezza dei luoghi. 2000 loculi e 500 arcosoli scavati nel tufo, materiale facilmente lavorabile ma anche estremamente solido. Il nucleo originario della necropoli risale all’epoca romana. Più tardi vi fu sepolto S.Agrippino e, nel V secolo d.C., vi furono trasportate le spoglie di S.Gennaro, rendendo il  luogo meta di pellegrinaggio.

Le Catacombe di San Gennaro e il Cimitero delle Fontanelle

E’ nelle tenebre che inaspettatamente si rivela la luce 

In realtà San Gennaro nelle catacombe non è rimasto molto. Le sue spoglie furono rubate nel 831 e non tornarono a Napoli che nel 1457 quando però vennero sepolte sotto l’altare maggiore del Duomo di Napoli.  E non è stato facile neanche trovare, all’interno delle catacombe, il luogo della sepoltura di San Gennaro. Oggi, grazie ad uno studio di un’omelia del VII sec. si è stabilito che la tomba era in un cubiculum, identificato al di sotto la cripta dei vescovi, decorata con i ritratti dei primi 14 vescovi di Napoli. L’imponente vestibolo inferiore con soffitti alti fino a 6 metri si è invece sviluppato attorno alla Basilica ipogea di San Agrippino, dove ancora oggi si celebra la messa. Grazie all’azione dei giovani della Cooperativa Sociale La Paranza, oggi il sito è visitabile anche da persone con handicap fisici o visivi. Sono infatti state abbattute tutte le barriere architettoniche e sono state realizzate lastre tattili su cui sono incise le pitture visibili alle pareti.

Le Catacombe di San Gennaro e il Cimitero delle Fontanelle

Le Catacombe di San Gennaro

Le Catacombe di San Gennaro e il Cimitero delle Fontanelle

Il Cimitero delle Fontanelle

Tra i vicoli del Rione Sanità, non perdetevi la visita di un luogo incredibile, riaperto al pubblico nel 2010, il Cimitero delle Fontanelle.  Si tratta di un’enorme ex-cava di tufo, dove sono stati raccolti i resti di circa 40000 persone, morte tra il 1600 e il 1800 a causa di terremoti, carestie ed epidemie che colpirono la città. Alcune leggende popolari sostengono che, sotto i pavimenti di questo luogo misterioso, siano sepolti i resti di addirittura otto milioni di persone.

Le Catacombe di San Gennaro e il Cimitero delle Fontanelle

Il CImitero delle Fontanelle

L’atmosfera esoterica del luogo, diviso in navate, racconta dell’anima religiosa ed insieme pagana della città. E’ il culto delle delle “anime pezzentelle”, una devozione popolare per i defunti, nei quali i napoletani identificano le anime del Purgatorio. La pietas per i defunti portava le donne napoletane ad adottare un teschio (capuzzella) ed a pregare per l’anonimo defunto, “anima pezzentella” cioè abbandonata, per ricevere in cambio protezione per la vita terrena.

Camminando nel silenzio del cimitero si avverte la sacralità del luogo mista alla tradizione e al folklore popolare, che si esprime oggi attraverso i tantissimi oggetti  posti per ricordare i tanti morti senza nome. Un  atteggiamento di devozione che ha particolare cura dei resti dei bambini, alcuni dei quali raccolti in teche, con accanto anche piccoli giocattoli.
Se poi la Napoli misteriosa ed esoterica vi ha fatto venire fame, in Via Sanità, alla Pizzeria Oliva da Carla e Salvatore, potete mangiare una delle migliori (secondo me) pizze della città.
Par altre informazioni su Napoli, vi raccontiamo i principali luoghi da vedere in una giornata a Napoli

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