Ci siamo trovati in un mattino di aprile sotto l’arco della torre principale del Ricetto di Candelo e grazie alla nostra guida, Elisabetta, abbiamo appreso racconti ed aneddoti della storia medioevale che ci ha permesso di vedere il luogo in cui ci trovavamo con occhi diversi.
Prima di partire, parlando con un collega che abita poco lontano da Biella, avevo appreso che il Ricetto è un’istituzione nella zona.
E’ un luogo di passeggio e di quiete domenicale per molti biellesi, ma è anche un esposizione a cielo aperto quando la ProLoco organizza eventi di ampia rilevanza [Ricetto in Fiore a Maggio, VinIncontro a Settembre, per citarne alcuni].
E nelle rue [come vengono chiamate le strade tra una fila di magazzini e l’altra] si trovano anche botteghe di artigiani che tengono viva la tradizione e producono manufatti unici nel loro genere.
Ho avuto la fortuna di incontrare due di questi artigiani: Sergio il liutaio che nel suo laboratorio produce le ghironde, tipici strumenti a corde della tradizione occitana; Annelie, una signora tedesca, che ormai da anni vive in piemonte e crea opere d’arte in seta, dipinte con la tecnica a cera.
Ma Ricetto, mi sono chiesta, cosa significa e cos’è?
E la spiegazione è stata chiara e semplice: un ricovero per granaglie e vino che veniva utilizzato nel medioevo. Non era abitato, era solo un insieme di magazzini custoditi all’interno di una cinta muraria che serviva a proteggerli ed a proteggere, per brevi periodi e in caso di assedio, anche le persone.
In Piemonte durante il Medioevo c’erano circa 200 ricetti, 12 soltanto nel biellese, ma quello di Candelo è l’unico che si è salvaguardato perchè sin dalla sua costruzione e ancora oggi non è mai stato abitato e fino agli anni ’60 non era possibile vendere i magazzini, ma si tramandavano di famiglia in famiglia tra i candelesi.
Il “castello del popolo”, come veniva chiamato dagli abitanti di Candelo, ha rischiato di diventare proprietà di un signorotto dell’epoca verso la fine del 1400.
Grazie però ad un processo svoltosi a Torino nel 1499, però, i candelesi riuscirono a ribellarsi ed a ottenere la piena proprietà del Ricetto, senza più dover subire vessazioni e imposizioni alcune.
Grazie alla ProLoco ed all’aministrazione comunale, Candelo ha potuto riportare in auge negli ultimi anni questa meraviglia medioevale conservandola e promuovendola.