Le catacombe di San Gennaro
Nel 2006 cinque giovani del rione fondano la Cooperativa Sociale La Paranza. Hanno un progetto di auto-sviluppo, che portano avanti attraverso la riqualificazione di alcuni tesori nascosti nel sottosuolo di Napoli, come le Catacombe di San Gennaro e il Cimitero delle Fontanelle. Negli anni la cooperativa è cresciuta ed occupa oggi più di 20 giovani. Investendo i ricavi ottenuti con il turismo, sono riusciti a recuperare più di 11000 mq di patrimonio artistico sul territorio.
La passione e l’orgoglio per questo bel progetto traspare nelle parole delle giovani guide, molto preparate. La necropoli è costituita da due livelli non sovrapposti, dove colpisce l’eccezionale ampiezza dei luoghi. 2000 loculi e 500 arcosoli scavati nel tufo, materiale facilmente lavorabile ma anche estremamente solido. Il nucleo originario della necropoli risale all’epoca romana. Più tardi vi fu sepolto S.Agrippino e, nel V secolo d.C., vi furono trasportate le spoglie di S.Gennaro, rendendo il luogo meta di pellegrinaggio.
In realtà San Gennaro nelle catacombe non è rimasto molto. Le sue spoglie furono rubate nel 831 e non tornarono a Napoli che nel 1457 quando però vennero sepolte sotto l’altare maggiore del Duomo di Napoli. E non è stato facile neanche trovare, all’interno delle catacombe, il luogo della sepoltura di San Gennaro. Oggi, grazie ad uno studio di un’omelia del VII sec. si è stabilito che la tomba era in un cubiculum, identificato al di sotto la cripta dei vescovi, decorata con i ritratti dei primi 14 vescovi di Napoli. L’imponente vestibolo inferiore con soffitti alti fino a 6 metri si è invece sviluppato attorno alla Basilica ipogea di San Agrippino, dove ancora oggi si celebra la messa. Grazie all’azione dei giovani della Cooperativa Sociale La Paranza, oggi il sito è visitabile anche da persone con handicap fisici o visivi. Sono infatti state abbattute tutte le barriere architettoniche e sono state realizzate lastre tattili su cui sono incise le pitture visibili alle pareti.
Il Cimitero delle Fontanelle
Tra i vicoli del Rione Sanità, non perdetevi la visita di un luogo incredibile, riaperto al pubblico nel 2010, il Cimitero delle Fontanelle. Si tratta di un’enorme ex-cava di tufo, dove sono stati raccolti i resti di circa 40000 persone, morte tra il 1600 e il 1800 a causa di terremoti, carestie ed epidemie che colpirono la città. Alcune leggende popolari sostengono che, sotto i pavimenti di questo luogo misterioso, siano sepolti i resti di addirittura otto milioni di persone.
L’atmosfera esoterica del luogo, diviso in navate, racconta dell’anima religiosa ed insieme pagana della città. E’ il culto delle delle “anime pezzentelle”, una devozione popolare per i defunti, nei quali i napoletani identificano le anime del Purgatorio. La pietas per i defunti portava le donne napoletane ad adottare un teschio (capuzzella) ed a pregare per l’anonimo defunto, “anima pezzentella” cioè abbandonata, per ricevere in cambio protezione per la vita terrena.
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