Abbiamo scoperto le Mammoth Caves grazie ai nostri amici di Glasgow.
Sono amici di famiglia, conosciuti quando ancora studiavo l’inglese alle scuole medie.
Ci siamo sempre tenuti in contatto e finalmente siamo tornati a trovarli.
Abbiamo trascorso con loro quasi una settimana, durante il nostro “USA on the road” dell’ottobre 2011 e in una bellissima giornata autunnale Larry ci ha proposto un’escursione alle grotte per il giorno successivo.
Siamo partiti di buon mattino e dopo circa mezz’ora di auto abbiamo imboccato una delle strade che portano all’ingresso del Parco Nazionale.
Una bellissimo colpo d’occhio nella natura, con gli alberi colorati del rosso e del giallo dell’autunno e gli animali che se ne stanno liberi e contenti.
Abbiamo visto addirittura dei tacchini selvatici!
Ovviamente tutto ciò che razzola e zompetta per i boschi dei parchi nazionali è intoccabile, quindi vi lascio immaginare la bella vita degli animali qui!
Rapiti dalla natura abbiamo rallentato, ma rendendoci poi conto del ritardo siamo affannosamente arrivati alla biglietteria.
Giusto in tempo per raggiungere il gruppo guidato in partenza per la passeggiata Mammoth Passage Tour, un’escursione che dura poco più di un’ora e a dispetto delle altre non può essere prenotata con anticipo.
Via, si parte!!!
Il primo pezzo di strada si fa a bordo di un piccolo autobus.
La nostra guida, un ranger, inizia a spiegarci la storia e a darci alcune nozioni sul Parco che stiamo visitando.
La cosa che ci colpisce immediatamente è che al di sotto delle strade che abbiamo sin qui percorso e che stiamo percorrendo ci sono circa 390 miglia (ca.630 km) di gallerie esplorate…e chissà quante ancora da scoprire!
Scendiamo dal bus e ci avviciniamo ad una piccola, insignificante e anonima porta in metallo: l’ingresso!
Iniziamo a scendere in fila indiana lungo una scala in cemento e, meraviglia delle meraviglie, un tripudio di stalattiti e stalagmiti ci accoglie nella prima “sala”.
E’ un susseguirsi di “ohhhhhh” e “ahhhhh” ogni volta che ci muoviamo e ci addentriamo sempre più nei meandri della gallerie.
In una delle caverne il ranger ci fa notare una stalattite che ha la forma di una striscia di bacon: un paragone decisamente alternativo, ma si sa alla fine si pensa sempre al cibo! 🙂
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La stalattite “bacon slice” …riuscite a vederla? |
Per finire in bellezza tramite un passaggio stretto stretto ed una scala di 130 gradini scendiamo nella Drapery Room, che pare davvero una stanza con tante tende drappeggiate.
Il suggerimento del ranger, e anche il nostro, è di non avventurarvi sul fondo se soffrite di claustrofobia, dato che l’ultima parte della discesa può risultare opprimente.
Quando torniamo all’aria aperta ci godiamo il sole autunnale che ci accoglie appena fuori dalla porta metallica in attesa che l’autobus che ci riporti al Centro Visitatori.
Ultimo passaggio: la pulizia dei piedi. Tutti coloro che visitano le caverne, infatti, al rientro nel centro visitatori devono camminare su un tappetino che rimuove le tracce di funghi, batteri o spore che si possono calpestare nelle grotte. Questo viene fatto per prevenire la White Nose Syndrome che ogni anno provoca la morte di migliaia di pipistrelli.
Non cercate di evitarla, quindi; è un passaggio fondamentale per rispettare la natura sopra e sotto terra.