Post di Viaggio

Frida Kahlo a Roma

Pies para qué los quiero si tengo alas pa volar.

In occasione del 60° anniversario della morte di Frida Kahlo, in Italia, sono partite diverse iniziative in suo onore.

Fino al 31 Agosto a Roma, presso le Scuderie del Quirinale si possono ripercorrere, attraverso le sue opere, i movimenti socio politici dell’epoca, mentre dal 20 settembre al 15 febbraio 2015 a Palazzo Ducale a Genova, si può seguire un percorso più incentrato sulla vita privata, le sofferenze e gli amori.

La mostra romana, come dicevo, è incentrata sull’influenza che, i luoghi, la situazione socio politica, le persone a lei vicine hanno avuto su di lei. 
Si inizia con un quadro di Diego Rivera (che diventerà poi suo marito), per far capire quanto la sua figura di artista e uomo politicamente impegnato la colpì fin da molto giovane. 
Si possono ammirare alcuni dei suoi quadri più famosi che vanno dalle sue prime opere giovanili, come: Ritratto di Alejandro Gómez Arias, suo primo amore, Il mio vestito è appeso là, sintesi della sue esperienza negli Stati Uniti, Autoritratto con collana di spine, inspirato dall’incontro con il Surrealismo, diffuso in Messico grazie ad Andrè Breton, ospitato da Diego Rivera in occasione di una serie di conferenze, Autoritratto con scimmie, rappresentazione molto umoristica dei suoi studenti, fino ad arrivare agli ultimi suoi quadri, non più autoritratti ma nature morte, da lei considerati autoritratti impliciti, più semplici da realizzare visto la sua ormai peggiorata salute.

Ad integrazione e confronto ci sono anche una serie di ritratti fotografici, tra cui quelli di Nickolas Murat che la ritraggono durante momenti della sua vita privata.

Passeggiando per le sale delle Scuderie, si nota che nei suoi dipinti non c’è solo lo specchio delle sue vicende biografiche, per altro segnate da sofferenze fisiche e amorose, ma una capacità di raccontare attraverso immagini, l’Io più profondo, che si è lasciato coinvolgere e sconvolgere dalle vicende socio politiche che la circondavano.

Dopo aver iniziato a dipingere ”per passare il tempo” come diceva lei, costretta, per mesi, all’immobilità a seguito di un incidente, ha capito che la pittura era parte di lei. Con grande anticipo ha saputo affrontare temi fondamentali per lo sviluppo della sensibilità umana, partendo dall’identità  nazionale, il rapporto con le proprie radici, il contrasto ormai evidente tra individuo e società, la realtà circostante fino ad arrivare all’amore cosmico, quello che per lei era anche un rifugio alla sofferenza fisica degli ultimi anni.

Nell’attesa di poter fare un viaggio a Genova, per poter vedere la seconda parte della mostra e quindi raccontarvela, mi guarderò il film Frida di Julie Taymor, riadattamento del libro Frida: A Biography of Frida Kahlo di Hayden Herrera, per conoscere meglio la sua vita privata.

3 Comments

  1. go mypass Luglio 30, 2014
    • Monica Laureti Gennaio 23, 2015
  2. Monica Laureti Agosto 1, 2014

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