Ci ero stata secoli fa, quando da bambina al mare con i miei genitori intervallavamo sessioni di spiaggia a visite nell’entroterra ligure.
Ricordo che al tempo mi aveva affascinato e anche un po’ impaurito.
Sono tornata a Bussana Vecchia da adulta e ci ho ritrovato lo stesso fascino e anche qualcosa di più…
Bussana Vecchia si trova nell’entroterra ligure, dietro Sanremo. E’ in effetti una frazione di Sanremo, sebbene disti 8 km dal centro città.
Vi chiederete il perchè dell’aggettivo “Vecchia” accanto al nome di questa frazione. Ebbene, alla fine del 1800 un violentissimo terremoto distrusse quasi completamente quello che ai tempi era l’abitato di Bussana.
Nel leggere alcune testimonianze dell’epoca c’è quasi da inorridire e la mente porta subito il ricordo a terremoti più vicini a noi, a quello de L’Aquila e a quello dell’Emilia Romagna :“Era il primo giorno di quaresima, alle ore sei e venticinque.Il parroco di qui aveva imposto le sacre Ceneri all’ ultimo giunto…quando parve che la mite brezza di poco prima si fosse d’un subito cambiata in un vento furioso, il quale aumentava in un crescendo spaventoso. La terra si scuote, traballa, a lungo ondeggia, poi si aggira vorticosa; si direbbe il finimondo: si odono rumori diversi di muri caduti, di legname che si spezza, di ferro che si torce, ma ad un tratto i diversi frastuoni, le grida disperate sono vinte da un sordo e cupo rimbombo, che vince tutti gli altri.”
Questa era solo la prima scossa. Altre ne susseguirono e gli abitanti persero le loro case.
Il comune di Sanremo chiuse tutti gli accessi al paese e dopo alcuni mesi in abitazioni di fortuna aiutò i bussanesi a ricostruire delle case più a valle, in quella che oggi viene chiamata Bussana Nuova.
Ma a Bussana Vecchia cosa successe? Per anni rimase un borgo fantasma. Nessuno era autorizzato ad entrarci ufficialmente, ma spesso i ragazzi della zona organizzavano escursioni tra quelle rovine sulle quali gli arbusti ed i rampicanti prendevano il sopravvento.
Negli anni 50 del 1900 ci fu la svolta. Artisti italiani e stranieri, attratti dalla mitezza del luogo, dalla magia e dal fascino che questo borgo trasmetteva, decisero di riaprire i varchi, di ripristinare le case pur lasciando testimonianze di quanto era successo, e di stabilire qui una comunità “bohemienne”.
Da allora, il borgo ha ripreso vita: le case sono state ristrutturate per poterci abitare, sempre nel rispetto della tradizione e spesso utilizzando materiali di recupero; la chiesa descritta nella testimonianza dell’epoca è tutt’ora come rimase dopo l’ecatombe, con i muri quasi intatti e una parte della cupola ancora in piedi; le strade sono strette e solo pedonabili.
Arrivando è necessario lasciare l’automobile all’ingresso del borgo; si sa in Liguria gli spazi per parcheggiare sono piuttosto limitati ed angusti quindi attenzione a non salire con auto troppo ingombranti e soprattutto aspettatevi molta affluenza nel week-end.
Passeggiando per le stradine del borgo, quasi in ogni casa troverete delle botteghe di artigiani e artisti: scultori, pittori, creatori di abbigliamento e gioielli… E sentirete parlare anche lingue diverse, in quanto gli artisti stranieri sono ancora molto presenti da queste parti. Soffermatevi a leggere i nomi sui campanelli e noterete provenienze Olandesi, Tedesche, Francesi ma anche del nord Europa. Qui ognuno collabora con i vicini, la comunità è molto coesa e la magia che si respira è quella di una torre di Babele in cui le persone si comprendono e si supportano.
Ci sono anche alcuni punti ristoro; sebbene non sia un grosso centro troverete più di un ristorante con scelte per tutti i gusti che spaziano dal cibo per vegetariani e chiaramente organico a piatti più ricercati della cucina di terra e di mare ligure.
Farete molti incontri, gente aperta e solare che vi inviterà ad entrare nel proprio atelier anche solo per dare una sbirciatina, e tanti, tanti gatti appollaiati sulle rovine e sui muretti a secco con edere rampicanti.