Post di Viaggio

Il biellese a tavola

Durante il blogtour #biellastoria con gli altri blogger abbiamo visitato luoghi inaspettati come il Ricetto di Candelo e l’Area Verde di Zumaglia, il Museo della Terracotta di Ronco Biellese e il Piazzo di Biella.
Sono stati momenti intensi ed entusiasmanti, che hanno contribuito a formare un gruppo di amici affiatati, ma è a tavola che ci siamo uniti ancora di più.

La prima sera del blogtour abbiamo iniziato con una cena alla Prosciutteria San Daniele, di cui vi ho già parlato. E’ stato un ottimo modo per rompere il ghiaccio e per permetterci di fare conoscenza ed iniziare a rodare il gruppo.

Il sabato abbiamo pranzato presso la Tenuta la Mandria di Candelo, dove abbiamo scoperto essere stato fondato, negli anni 60, il primo agriturismo italiano. Prodotti genuini della terra cucinati con la sapienza delle mamme e delle nonne .

La cena poi è stata una vera sorpresa: al Talucco di Valdengo, in un ristorante che utilizza il metodo Kousmine per la preparazione del cibo. Una esperienza particolare, che ci ha fatto riflettere, meditare e scegliere su come modificare lo stile di vita [chi più chi meno].

E anche la domenica a pranzo il ristorante Il Mulino a Valdengo ci ha accolti in modo speciale. Il blogtour era incentrato sul tema medioevale e vi lascio immaginare la sorpresa quando entrando a Il Mulino siamo stati catapultati indietro di centinaia di anni. L’abbigliamento della proprietaria e di chi ci ha serviti e il menu erano in perfetto stile medioevale.

Ma di tutte queste esperienze ne ho parlato e ne parlerò ancora.

Quello che vorrei dirvi è cosa mangiare di tipico nel biellese, cosa cercare e cosa pensare di portare a casa come ricordo.
Io adoro portare a casa qualcosa di commestibile [cibo o vino] da ogni mio viaggio e penso che come me ci siano molte altre persone che apprezzano questa cosa.

Partendo dai dolci, i Canestrelli sono davvero tipici della zona; sono cialde fragranti di wafer con cioccolato e nocciole. Nei dintorni, a Crevacuore, si trovano dei “canestrej” particolari: cialde al cioccolato cotte tra due ferri arroventati.

Biella si trova non molto distante dal vercellese e anche qui il riso ha una coltivazione intensiva. 
Sin da ragazzina venivo, una volta l’anno, nel biellese; ciò che mi ricordo di più, quando transitavamo da queste parti diretti al Santuario di Oropa, erano le soste agli outlet dell’abbigliamento [quando gli outlet erano ancora chiamati “spacci”] e alle cascine che vendevano il riso. Qui ho visto per la prima volta il riso basmati che ho imparato ad amare e a cucinare grazie ai miei frequenti viaggi in Asia.

Una particolare menzione va fatta anche per i vini. Nel solo biellese ci sono ben 4 DOC: il Bramaterra, il Canavese, il Coste della Sesia ed il Lessona.
Tra i quattro, il Bramaterra ed il Lessona sono due vini particolari. 
Il primo è un rosso prodotto con le uve Nebbiolo ed ha un invecchiamento di almeno due anni in botti di legno.
Il secondo è un vino rosso piuttosto raro, prodotto solamente in una zona ben definita: la collina di Lessona, appunto. Anche questo vino viene invecchiato per due anni in botti di legno.

Che si tratti di cibo o di vino, anche nel biellese come in ogni parte d’Italia, le eccellenze  non mancano.

Che dite, vi ho fatto venire un po’ di fame??

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