Ho visitato Matera la prima volta due anni fa, mentre trascorrevo le vacanze sul litorale ionico della Basilicata.
Non avevo realizzato, allora, quanto la città fosse prossima alla Puglia; me ne sono resa conta la scorsa settimana quando invece ho raggiunto Matera da Bari.
Bari è infatti la città con aeroporto e collegamento ferroviario più comodo al capoluogo di provincia della Basilicata, che dista da lì poco più di un’ora d’auto.
Ho anche scoperto, a tal proposito, che la Basilicata nasce come regione nel 1970 e quindi fino ad allora Matera stessa era parte della regione Puglia.
L’emozione di arrivare a Matera è stata come quella di rivedere una cara amica. Me ne ero innamorata a prima vista nel 2013 e la possibilità di tornarci grazie al progetto #365PugliaDays organizzato da Italica Turismo mi dava un’eccitazione ed un’emozione che pochi possono comprendere.
Questa volta ho avuto il privilegio di affacciarmi dalla parte opposta dei sassi, dalla Murgia, dove è possibile fare trekking, passeggiate a cavallo e scoprire le prime chiese paleolitiche. Da qui il panorama lascia senza fiato; si riconoscono ben distinti a destra il Sasso Barisano [che prende il nome dal fatto che è il primo arrivando da Bari], al centro la Civita in cui spicca la Cattedrale, e a sinistra il Sasso Caveoso.
Ben si comprende, ammirandola da questa prospettiva, la frase dello scrittore Carlo Levi quando, in Cristo si è fermato a Eboli, narrava “…Alzando gli occhi vidi finalmente apparire, come un muro obliquo, tutta Matera. E’ davvero una città bellissima, pittoresca e impressionante…”
Ma Matera non è solo da ammirare da lontano, è da vivere, è da visitare. E’ una città che deve essere esplorata a piedi tra le stradine dei sassi, tra le scalinate e le porte che talvolta raccontano ancora quella città che poco più di mezzo secolo fa venne additata come “vergogna d’Italia”. Matera ha però saputo reagire a questo insulto gratuito e presto diventerà Capitale Europea della Cultura nel 2019.
Non bisogna perdersi una visita ad una Casa Grotta, per comprendere come gli abitanti qui vivessero con tutto ciò che possedevano, senza sprecare nulla e proteggendo gli animali di loro proprietà come membri della famiglia.
E’ entrando in una casa o in una bottega che si comprende la conformazione di queste abitazioni, che dall’esterno paiono come dei normali edifici, ma che invece all’interno rivelano l’opera dell’uomo per scavare l’abitazione e proteggerla.
La visita più impressionante, pero è stata quella al Palombaro, la grande cisterna sotto Piazza Vittorio Veneto, che fu scoperta alcune decine di anni fa quando si rese necessario rifare la pavimentazione della piazza. Qui venivano raccolte le acque piovane e venivano utilizzate dalla popolazione, che dall’esterno prelevava l’acqua con secchi attraverso appositi pozzi.
Post scritto a seguito della partecipazione a #365PugliaDays tour organizzato da Italica Turismo