Quando si parla di vini piemontesi il più delle volte si fa riferimento ai vini rossi, corposi e strutturati, ai territori più conosciuti come Langhe e Roero, a produttori blasonati e noti a livello internazionale.
Ci sono però aree vinicole in Piemonte che nulla hanno da invidiare alle cugine famose e che anzi offrono vini particolari che non si trovano in altre parti della regione e d’Italia.
E’ questo il caso della zona del Canavese e nello specifico di Caluso dove l’Erbaluce, un vitigno a bacca bianca, offre generose produzioni e si presta a differenti vinificazioni tutte molto apprezzabili.
Il vitigno Erbaluce e le vinificazioni
Il vitigno di Erbaluce viene menzionato per la prima volta in documenti ufficiali all’inizio del 1600 e il nome del vitigno stesso deriva dal colore degli acini in autunno: la parte esposta al sole diventa infatti di un bel colore ambrato. Anche i sentori minerali e erbacei del vino poi concorrono all’affermazione del nome.
E’ un vitigno a bacca bianca che produce grappoli leggermente allungati e di media grandezza e gli acini hanno una buccia piuttosto spessa. Proprio questa caratteristica della buccia fa sì che i grappoli di Erbaluce ben si predispongano all’appassimento per creare così uno dei migliori vini passiti italiani – per lo meno del nord Italia – il Passito di Erbaluce, per l’appunto.
Oltre alla vinificazione in appassimento, il vitigno Erbaluce dà il meglio di sè anche risposando sui lieviti. Il metodo classico di Erbaluce è infatti un altro dei vini noti e apprezzati nel territorio del Canavese.
Oltre a queste due produzioni più particolari, l’Erbaluce viene anche vinificato fermo o in versione bollicina col metodo Charmat.
La leggenda di Albaluce
Il nome Erbaluce è legato indissolubilmente al suo territorio, tanto è vero che la denominazione del vino lega Caluso – comune cardine nella produzione di questo vitigno – al vino: la denominazione Erbaluce di Caluso è infatti quella ufficiale ed è stata tra i primi vini bianchi ad ottenere la DOC alla fine degli anni ’60.
Un altro legame si ha con la leggenda della ninfa Albaluce, da cui si dice derivi il nome.
Come descritto nel sito ufficiale dei Produttori di Erbaluce:
“La leggenda racconta che un tempo queste colline erano popolate da ninfe e dei venerati dagli uomini. L’Alba e il Sole, innamorati ma destinati a non incontrarsi mai, erano tra questi. Dal loro amore, grazie ad un’eclissi e all’intercessione della Luna, nacque la ninfa Albaluce la cui bellezza e grazia spinse l’uomo ad offrire ogni sorta di dono e omaggio. Privatosi di ogni sostentamento l’uomo ricercò nuove terre fertili deviando il corso del lago che però travolse ogni cosa seminando morte. Il dolore fu tale che dalle lacrime di Albaluce stillate in terra nacquero tralci di vite dai dolci frutti, un uva bianca dal nome Erbaluce.“
Vitigno dell’anno e vigna urbana
Il 2023 è un anno importante per l’Erbaluce di Caluso.
Innanzi tutto è stato dichiarato vitigno piemontese dell’anno 2023 dall’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa che orgogliosamente ha definito questo riconoscimento un importante passo avanti per portare alla ribalta aree vinicole piemontesi e vitigni meno conosciuti in ambito nazionale ed internazionale.
Oltre a questo prestigioso riconoscimento, ufficialmente presentato durante la 55ma edizione del Vinitaly a Verona, da poche settimane è stata anche inaugurata una vigna urbana di Erbaluce a Caluso.
Alla presenza del governatore del Piemonte Cirio e delle personalità civili e religiose della cittadina canavesana, è avvenuto il taglio del nastro della Vigna del Castellazzo, voluta dalla Cantina Produttori dell’Erbaluce di Caluso e supportata dal Comune di Caluso e da alcuni dei Lions e Leo Club della zona del Canavese.
La superficie della vigna urbana del Castellazzo di Caluso è di circa 1000 mq e vi sono state messe a dimora 110 piante di vite di Erbaluce, declinate in diversi cloni. La vigna verrà utilizzata anche dall’Istituto di Istruzione Superiore Ubertini di Caluso come laboratorio per la potatura e i vari cloni di Erbaluce verranno utilizzati per micro-vinificazioni sperimentali.
Il vino Erbaluce di Caluso
Come ho già citato, molte sono le varianti di vinificazione dell’Erbaluce di Caluso.
La versione classica, vinificata ferma, è quella che più permette di identificare le caratteristiche del vitigno, le molecole e i sentori: fiori e frutti bianchi ed erbe aromatiche sono quelli che caratterizzano il vino Erbaluce.
Il metodo classico di Erbaluce e il passito sono però le due versioni che prediligo.
Il metodo classico riesce a mantenere una buona struttura e una bella complessità sia olfattiva che gustativa grazie anche all’acidità che l’uva mantiene fino a piena maturazione e pertanto bene si accompagna a tutto pasto.
Il passito è qualcosa di eccezionale. La buccia degli acini, spessa e resistente, si presta benissimo all’appassimento sia sui graticci che con i grappoli appesi. Il vino non risulta stucchevole e bene si abbina sia ai formaggi erborinati e con guisti molto intensi che ai dolci, soprattutto alla pasticceria secca.
Una curiosità: il vitigno Erbaluce viene coltivato quasi esclusivamente nel Canavese anche perchè il vino prodotto con questo vitigno nonpuò essere chiamato Erbaluce al di fuori della zona in quanto la nomenclatura di Caluso di fatto lo “ghettizza” nella sola zona di produzione autoctona.
Nel caso in cui il vitigno venga prodotto in altre zone, non è possibile utilizzarne il nome in etichetta.