Consigli Pratici Post di Viaggio

Namibia fai da te: riflessioni post viaggio

Ormai siamo rientrati da alcuni giorni e sono stati in molti a chiedermi informazioni relative a questo viaggio, ho pensato quindi di scrivere un post per chi fosse interessato all’argomento o ad organizzarsi un viaggio simile.
Era la nostra prima volta in Africa Subsahariana ed abbiamo scelto un paese che fosse non troppo selvaggio ed inesplorato ma neanche troppo turistico.
In realtà l’indipendenza dal Sud Africa, avvenuta solo nel 1988, rende la Namibia un paese di cui ho faticato a trovare una spiccata identità culturale forse a causa delle dominazioni europee (Portoghesi, Olandesi, Tedeschi, Inglesi) susseguitesi nei secoli.
La dipendenza economica dal Sud Africa è ancora molto evidente: è difficilissimo trovare prodotti “made in Namibia” perfino l’acqua minerale, se non la si sceglie attentamente, è di importazione. I prodotti più spiccatamente Namibiani a mio avviso sono: la birra “Windhoek”, il latte e i diamanti, ma di questi purtroppo non ne abbiamo fatto incetta!
Nei nostri sedici giorni in tour per la Namibia abbiamo incontrato diversi gruppi e scambiato qualche parola con alcuni dei partecipanti: l’impressione era che alcuni di questi avessero scelto la tipologia del tour organizzato per il timore dell’Africa.
Fortunatamente noi eravamo stati ben consigliati da amici che avevano già visitato questo paese e abbiamo scelto il “fai da te”.
Non abbiamo trovato alcuna difficoltà o timore che non avremmo potuto trovare in Europa: sicuramente qualche strada sterrata in più e forse qualche mucca al pascolo vicino alla strada o addirittura in mezzo ad essa!
Ci sentiamo quindi di consigliare il noleggio di auto a chiunque voglia intraprendere una simile esperienza anche con bambini: ne abbiamo incontrati parecchi! Non sappiamo quale sia la comodità dei camion dei tour organizzati che abbiamo visto (per via delle strade sterrate i bus non erano molti) ma ad occhio non ci ispiravano gran confort!
Sulla tipologia d’auto invece si potrebbe dibattere a lungo: avevamo letto che il 4×4 non fosse essenziale ed il costo, quasi doppio rispetto ad una utilitaria, ci aveva spinto, essendo solo in due, ad optare per la seconda.
Ora che siamo comodi a casa possiamo confermare che il 4×4 non è un must, però in alcuni tratti della strada C19 (vicino a Sesriem) e della C35 (vicino a Twyfelfontein) con la nostra VW Polo, qualche momento brutto l’abbiamo vissuto ed abbiamo per esempio dovuto desistere sulla Welwitschia Drive.
Considerate che i chilometri pianificati lieviteranno un po’ nel corso del viaggio: noi ne avevamo previsti 2900 e sono diventati 4700!
Tenetevi pronti poi, naturalmente, alla guida a sinistra e ripassate la procedura del cambio gomma: forare è all’ordine del giorno!
Strada C19 tratto Maltahöhe – Sesriem
Un effetto positivo della dominazione Inglese prima e Sud Africana dopo è il fatto che l’Inglese è la lingua ufficiale del paese per cui si può interagire con tutti senza alcun problema, sentendosi quasi in difetto di fronte al loro inglese particolarmente British!
L’altro lato della medaglia è che abbiamo assaggiato pochi prodotti davvero local: la colazione proposta quasi ovunque è l’English Breakfast con uova e bacon, la pasticceria un mix tra inglese e tedesca, le birre di chiara tradizione tedesca!
I lodge, la classica dimensione del pernotto africano, vanno prenotati tutti con anticipo, soprattutto in luglio ed agosto, il loro picco di turismo per via delle vacanze europee.
Magari qualche posto libero lo potreste trovare ma le distanze sono cosi ampie da rendere il door to door un’esperienza, secondo me, da evitare!
I lodge all’interno dei parchi nazionali (per esempio Etosha e Sossusvlei) erano già completamente prenotati a marzo e ci è stato detto che alcune camere vengono prenotate di anno in anno, nonostante le tariffe salate che li caratterizzano.
Tutti i lodge offrono oltre alla colazione, generalmente inclusa nella tariffa della camera, anche la cena; difficilmente dopo una giornata in macchina o in escursione avrete voglia di cercare altre location per la cena, inoltre i prezzi sono decisamente convenienti: abbiamo sempre speso tra i 15€ e i 20€ a testa.
Quasi tutti i lodge vi possono offrire escursioni organizzate alle vicine attrazioni: noi abbiamo scelto in alcuni casi di parteciparvi mentre in altri casi abbiamo optato per il fai da te. Altra caratteristica del lodge è di consentirvi un po’ di relax e svago una volta rientrati dalle escursioni: sono infatti tutti dotati di piscina e sdraio anche se in agosto solo pochi temerari si concedevano un tuffo (la Namibia è nell’emisfero australe, quindi è pieno inverno)!
Piscina dell’Onguma Bush Camp
L’altra possibilità di pernotto è la tenda: che vogliate portarvi la tendina da casa o che noleggiate un fuoristrada con maggiolina sul tetto, troverete moltissimi campeggi vicini a tutti i luoghi di interesse turistico ad eccezione forse della capitale.
Nelle città come Windhoek, Swakopmund o Opuwo si possono trovare anche sistemazioni più economiche in B&B, Guesthouse o similari dove secondo me lo scopo del lodge cessa in quanto si passano davvero poche ore all’interno della struttura. In queste stesse città sono le uniche in cui pare che ci sia un po’ di criminalità e quindi ci è stato consigliato di non avventurarsi a piedi dopo il calare del sole.
Se amate gli animali non rimarrete delusi: a parte il classico safari all’Etosha nel quale vedrete i giganti della savana, ogni giorno vedrete animali insoliti pascolare vicino alle strade principali del paese: dai babbuini nei dintorni dell’aeroporto, ai facoceri del Nord del paese alle foche ed otarie dell’Oceano Atlantico.

Babbuini sulla strada dall’Aeroporto alla città di Windhoek
Ma la Namibia non è solo animali; ciò che mi è particolarmente piaciuto è la varietà di panorami diversi che mi ha saputo regalare in due settimane di viaggio: il deserto semi arido del Kalahari, la depressione salina dell’Etosha e la vegetazione cosi rigogliosa a pochi chilometri da essa, le dune sabbiose del  Deserto del Namib, i passi montani dei monti Naukluft, l’Oceano Atlantico e le dune di Sandwich Harbour che vi si tuffano, le cascate Epupa create dal fiume Kunene al confino con l’Angola.
L’accesso alla Namibia avviene dall’aeroporto di Windhoek che ha voli intercontinentali solo verso Francoforte atrimenti è necessario fare scalo a Johannesburg dal quale si diramano una serie infinita di possibilità: Cairo, Addis Abeba, Doha, Dubai, sono solo alcuni tra gli aeroporti toccati dai viaggiatori che abbiamo incontrato. Un’altra possibilità è di inserire la Namibia in un tour in auto tra Sud Africa e Botswana ma è una opzione che mi sento di suggerire solo a chi avesse molto tempo a disposizione!

 

6 Comments

    • Federica Pollastri Agosto 27, 2014
  1. anna bignamini Agosto 27, 2014
  2. martina santamaria Ottobre 3, 2014
    • Federica Pollastri Ottobre 3, 2014
  3. francesca verzeri Febbraio 21, 2017

Leave a Reply

Instagram