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Viaggio in Giappone

La maggior parte delle persone ha ben presenti molti riferimenti culturali originati dal Giappone: cartoni animati e videogiochi, samurai e ninja, origami e ikebana, sushi… la lista potrebbe continuare a lungo. Da molti anni mi interesso di lingua e cultura giapponese e appena posso mi metto in viaggio verso l’estremo oriente. In questo racconto farò del mio meglio per raccontarvi del mio ultimo viaggio in Giappone.

Dopo essere atterrato a Tokyo e aver brevemente visitato la città, mi sono diretto verso il Monte Fuji e poi a Osaka, Kyoto e infine Himeji. La scelta del periodo non è stata casuale perché l’obiettivo principale era ammirare l’intero paese tingersi del rosa dei sakura, i boccioli di ciliegio adorati dai giapponesi.
Roppongi Hills
Quando organizzo un viaggio, per lasciare
un certo margine di flessibilità prenoto solo voli e alberghi, lasciando i trasporti interni all’ispirazione del momento. In questo caso ho passato 3 giorni a Tokyo, 2 al monte Fuji e 5 a Osaka, principalmente perché il vero obiettivo del viaggio era visitare un’amica che vive lì. Iniziamo quindi da Tokyo.

Tokyo

Oltre a essere la capitale del Giappone e ospitare l’Imperatore, Tokyo vanta anche altri primati: la sua area metropolitana è la più popolata al mondo con 37 milioni di abitanti! Per un confronto, l’hinterland milanese conta “solo” 8 milioni di persone!
E questi 37 milioni si notano davvero: ovunque si vada ci si ritrova sempre circondati da un vero e proprio fiume di gente. Affinché tutto scorra liscio la regola d’oro è: non essere mai di intralcio agli altri!
Per sfamare questa moltitudine di persone ci sono un’infinità di ristorantini ad ogni angolo della città, nelle stazioni della metropolitana e nei centri commerciali. Sono a tutti gli effetti dei fast food in cui la gente entra ed esce in pochi minuti e il cibo servito non varia quasi mai: ramen, udon, yakisoba, tonkatsu, tenpura, okonomiyaki e ovviamente il sushi. Grazie alla concorrenza spietata, i prezzi sono molto bassi e il cibo è sempre molto buono! 
Houtou Ramen,
piatto tipico di Kawaguchiko
Non esiste un centro città vero e proprio perché Tokyo è in realtà un insieme di 23 città governate indipendentemente.
Fortunatamente muoversi tra i vari quartieri è facile grazie alle numerose
linee metropolitane. I quartieri di interesse turistico sono numerosi e offrono attrazioni per una moltitudine di interessi diversi.Se siete appassionati di manga, anime, videogiochi, cosplay, modellistica o elettronica, Akihabara è la meta che fa per voi. Shinjuku, il quartiere dove Ryo Saeba nel fumetto “City Hunter” combatte la criminalità e ci prova con tutte le fanciulle, ha una duplice faccia: da un lato ospita i palazzi del governo nazionale, con edifici alti, eleganti e un po’ austeri, mentre dall’altra soddisfa la sete di divertimento con il Kabukichou, un’area di movida piena di insegne colorate, bar, ristoranti e locali a luci rosse.

Sposi
ad Asakusa
Se si punta allo shopping Ginza, Roppingi, Odaiba e Shibuya sono i quartieri adatti. A parte i brand giapponesi, si possono trovare i più noti brand internazionali e non mancano ristoranti e bar per riprendersi dopo la maratona degli acquisti.
A Shibuya è anche possibile osservare la statua di Hachikou, il famoso cane
fedelissimo a cui hanno anche dedicato un film (e, purtroppo, un remake con Richard Gere) e l’incrocio più affollato al mondo. Da vedere!
Per chi ama la natura, niente di meglio del parco di Ueno, praticamente un bosco in città! È molto ben curato e, se il periodo è giusto, viene preso d’assalto dai giapponesi per il tradizionale hanami, un picnic sotto gli alberi di ciliegio in fiore! A Ueno trova posto anche l’immenso zoo di Tokyo.
Un altro ottimo parco è quello annesso al palazzo imperiale, che coi suoi giardini zen e laghetti popolati da carpe offrono un ambiente molto tranquillo e rilassante.
Per la parte più spirituale, Asakusa è il posto da visitare.
Numerosi templi costeggiano la via principale fuori dalla stazione e si possono trovare souvenir di ogni tipo, dal kimono alla borsa di Hello Kitty, e cibo da strada tradizionale come takoyaki e yakisoba.
Asakusa
Tokyo
Tower
Di stampo totalmente opposto è Harajuku, una zona vicina a Shibuya nota soprattutto per la sottocultura alternativa che ospita. Nei weekend, una
moltitudine di giovani si incontra per mostrare la propria idea di moda, arte,
musica…  In altre parole, è pieno di gente vestita strana e felice di farsi fotografare!
Nel caso si abbia nostalgia di Parigi, a Tokyo si può trovare la Tokyo Tower, una torre nata come supporto per antenne TV e ispirata alla Torre Eiffel. La Tokyo Tower è un po’ più alta dell’originale francese però.
Insieme a degli amici giapponesi, sono andato a Naka-Meguro, un quartiere molto trendy e probabilmente non segnalato dalle guide turistiche. Naka-Meguro è attraversato dal fiume Meguro, sulle cui rive si stagliano centinaia di alberi di ciliegio. Non c’è da stupirsi quindi che sia un posto molto popolare per l’hanami. Fortunatamente ho centrato in pieno il periodo di massima fioritura dei ciliegi e la quantità di gente era impressionante!
Naka-Meguro
In questi frangenti appare chiaro come sotto la scorza di persone precise e ordinate, i Giapponesi siano persone che sanno anche come divertirsi: sotto gli alberi fioriti l’alcool scorre a fiumi!

Kawaguchiko

Da Shinjuku ho preso un treno per il Lago Kawaguchi (Kawaguchiko), uno dei cinque laghi che collettivamente vengono chiamati i Cinque Laghi di Fuji (Fujigoko). Intorno alla stazione sorgono dei negozi di souvenir, ristoranti e un piccolo villaggio che vive principalmente di turismo.
Il monte Fuji al tramonto
Oltre a essere un ottimo punto da cui osservare il monte Fuji, si possono trovare ottime onsen, i tradizionali bagni termali di origine vulcanica.
Un bus turistico effettua fermate tutto intorno al lago, che è piuttosto grande. Un altro bus collega la stazione ferroviaria al lago Saiko, il più vicino degli altri 4 laghi del Fujigoko. Ad ogni fermata corrisponde una specifica attrazione turistica: musei, onsen, piattaforme di osservazione e noleggi barche non mancano.
Sono arrivato al mio hotel di sera, mentre una pioggia battente e una nebbia intensa faceva apparire tutto di colore grigio uniforme e non c’era traccia del famoso vulcano. Sono andato a dormire temendo di aver sprecato due giorni inutilmente ma fortunatamente al mattino aprendo la
finestra sono stato smentito: sparita ogni traccia di nuvole e nebbia, la figura inconfondibile del monte Fuji si stagliava contro un cielo perfettamente blu.
Il monte Fuji
Ho passato la giornata portandomi appresso tutta la mia attrezzatura fotografica e cercando di trovare l’angolo migliore da cui fotografare il vulcano.  La mia foto ideale avrebbe incluso il monte Fuji riflesso sull’acqua del lago con tanti sakura ai lati ma la mia fortuna è finita quando mi sono reso conto che a causa del clima diverso, i ciliegi di quest’area fioriscono più tardi rispetto a Tokyo. Nonostante ciò, sono decisamente soddisfatto del risultato portato a casa.
La vita scorre con tutt’altro ritmo in questo piccolo villaggio e dopo le 9 di sera diventa impossibile trovare un negozio o un ristorante aperto a parte il piccolo supermercato dietro la stazione. Che differenza rispetto a Tokyo!

Osaka

Compiuta la missione fotografica, la mia tappa successiva è stata Osaka. Mi sono reso subito conto che Kawaguchiko è un cul-de-sac dal quale è difficile proseguire. Il treno super veloce Shinkansen impiega solo due ore e mezza per percorrere i 515 km tra Tokyo e Osaka, mentre usando treni standard bisogna cambiare almeno 3 volte e impiegare quasi otto ore da Kawaguchiko! L’unica soluzione è quindi prendere un bus e tornare a Shinjuku, per poi prendere lo shinkansen, per un totale di 4 ore e mezza di viaggio.
Veduta aerea di Osaka
Osaka appare esteriormente piuttosto simile a Tokyo ma è decisamente meno internazionale: spesso mi sono trovato a essere l’unico non giapponese nei paraggi. La gente qui è molto più aperta e amichevole ed è più facile scambiare battute o brevi conversazioni. Adoro il dialetto locale!
La città non offre molte attrazioni turistiche ma compensa con la grande varietà di cibo tipico. Qui si può gustare il vero okonomiyaki (ma non ditelo a quelli di Hiroshima, che competono con Osaka per il primato!) e altre prelibatezze che in occidente non sono per niente conosciute, come il  kushikatsu.
il mio ritratto,
maionese su Okonomiyaki
La via che offre più folklore è senza dubbio Dotonbouri, una strada costeggiata da negozi e ristoranti che gareggiano per chi ha l’insegna più assurda. Enormi granchi animati e cuochi arrabbiati richiamano l’attenzione dei clienti.
Osaka ha anche un castello imperiale, il quale però è poco più di una trappola per turisti: fu completamente distrutto nel 1868, ricostruito nei primi anni del 1900 come base militare e distrutto dai bombardamenti alleati della seconda guerra mondiale. L’edificio attuale è del 1995 e ospita principalmente un museo sul castello stesso. L’aspetto esteriore è stato mantenuto identico all’originale ed è uno dei simboli di Osaka per cui merita una visita, almeno dall’esterno.
Purtroppo il tempo non è stato dei migliori, così ho passato un paio di giorni intento a fare shopping e provare vari ristoranti.
Shopping
a Osaka
Kyoto Tower

 

Kyoto

Ho passato il primo giorno di sole a Kyoto, facilmente raggiungibile in mezz’ora di treno dalla stazione centrale di Osaka. Kyoto è stata capitale del Giappone per oltre mille anni e pertanto offre tantissimi siti storici da visitare. L’antico palazzo imperiale è solitamente chiuso ai visitatori ad eccezione di pochi giorni all’anno e con mia grande fortuna mi sono trovato al posto giusto e al momento giusto! Le foto all’interno sono purtroppo vietate, ma all’interno del palazzo dei manichini con costumi tradizionali ricreano scene di vita quotidiana e storiche
del tempo in cui l’imperatore risiedeva lì. Il giardino zen annesso al palazzo è semplicemente delizioso.
Come ultimo giorno di visita ho scelto Himeji, Il più importante castello
giapponese ancora originale e patrimonio dell’Unesco, raggiungibile da Osaka via treno in un paio d’ore.
Castello di Himeji
Costruito nel 1346, questo castello è rimasto chiuso per restauri per molti anni ed è stato finalmente riaperto al pubblico proprio in Marzo 2015. La bella giornata di sole, il weekend, i ciliegi in fiore e la recente riapertura hanno fatti sì che la quantità di visitatori fosse sconfinata! Abbiamo impiegato almeno due ore per entrare nel castello e abbiamo rinunciato a entrare nella residenza nobiliare perché sarebbero state necessarie ben quattro ore di coda aggiuntiva! L’eleganza e la maestosità del castello di Himeji, ispirato agli aironi in volo, sono difficili da descrivere e il contorno rosa dei ciliegi ha reso la giornata veramente perfetta.
In
barca sul lago intorno al castello di Himeji
Si è concluso così il mio ultimo viaggio in Giappone, che sicuramente non sarà l’ultimo!

Nato a Milano, dopo la laurea in ingegneria mi sono trasferito ad Amsterdam, dove ho vissuto per oltre due anni, e poi a Londra, dove vivo da cinque anni. Sono appassionato di musica, fotografia, tecnologia e viaggi, preferibilmente verso il Giappone!

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