Quando parlo di Mantova e dei dintorni la prima cosa, in fatto di cibo, che mi viene in mente sono i tortelli di zucca.
Di recente, persino ad Honolulu, parlando con una persona che frequenta sovente il mantovano, mi sono ritrovata a pensare con l’acquolina in bocca a questa prelibatezza.
Bisogna però dire che non è l’unica delizia in questa zona. Come in tutta Italia, anche qui ci sono piatti tipici e ricette tradizionali.
Durante il tour nel Basso Garda con GardaGreen, abbiamo fatto tappa a Castiglione delle Stiviere e la sera siamo andati a cena in un bel ristorante in centro al paese: l’Osteria da Pietro.
E’ un locale molto raffinato, costituito da diverse salette che rendono l’ambiente intimo e tranquillo.
Non appena ci siamo affacciati sulla sala che ospitava il nostro tavolo, grande e quadrato, ci siamo immediatamente fermati per fotografare la mise en place decisamente elegante.
Il locale è, secondo me, la scelta perfetta per una serata romantica o un pranzo/cena di lavoro di un certo livello. L’abbinamento tra cibo e vino ed il servizio impeccabile sono curati in sala dal signor Pietro, mentre la moglie, la signora Fabiana è l’artista che, in cucina, prepara i piatti originali e ben presentati.
Tutti i prodotti che vengono cucinati e serviti nel ristorante sono di provenienza locale e le ricette ripercorrono la storia e la tradizione della zona, talvolta in maniera fedele, tal’altra in versione rivisitata ma pur sempre con ingredienti autoctoni.
I salumi qui fanno decisamente parte della tradizione; chi non ha mai sentito parlare del salame mantovano?
Appena il giorno prima della nostra visita c’era stato uno scambio di battute sui social e, proprio attraverso twitter, il Ristorante ci aveva fatto venire l’acquolina in bocca fotografando tutti i passaggi della preparazione dei Tortelli di Zucca e l’aspettativa riguardo a questo piatto era altissima.
Un’altra chicca della cucina mantovana, però, che ho scoperto soltanto qui, è stato il Sorbir d’Agnoli.
Avevo già visto questo piatto su altri menu di altri ristoranti, ma attratta dai tortelli, non ci avevo badato.
Gli agnoli sono molto simili ai tortellini [prendono il nome dal dito mignolo, in quanto vengono chiusi avvolgendoli proprio attorno a quel dito] che vengono serviti in brodo.
Il signor Pietro ci propone la variante più particolare e tradizionale: l’aggiunta di grana grattugiato e di lambrusco nel brodo; inizialmente buona parte di noi è titubante, ma dato che i piatti della tradizione sono sicuramente una delle cose più importanti legate al territorio che si visita, ci lasciamo conquistare da questo piatto insolito, ma decisamente gustoso e piacevole.
Oltre alla carne, il ristorante serve anche pesce, rigorosamente di lago; il luccio che assaggiamo come antipasto merita una menzione.
Il luccio è un pesce dalle carni delicate, ma il grande “difetto”, se così possiamo chiamarlo, è il fatto che ha molte lische e non è apprezzato da tutti. Servito con delle salse delicate alle olive ed ai capperi è una prelibatezza.
La parte più divertente della cena, però, lo ammetto, arriva quando ci servono il risotto… con le lumache. Personalmente amo le lumache [in Piemonte, e soprattutto in provincia di Cuneo, vengono cucinate molto spesso], ma comprendo che non a tutti possano piacere.
Dopo alcune facce perplesse e anche un po’ titubanti, buona parte di noi si azzarda ad assaggiarlo; i commensali che non hanno mai assaggiato le lumache si dividono in due gruppi: quelli che con sorpresa apprezzano la consistenza croccante o comunque non disdegnano, e quelli che proprio non ce la fanno e mangiano solo il riso.