Le grandi passioni muovono il mondo, diceva qualcuno.
A me piace andare alla ricerca delle grandi passioni, soprattutto se si tratta di vino e soprattutto se si tratta di giovani produttori. E proprio i giovani di Roero e Langa mi hanno piacevolmente stupita per la loro passione nel ricercare nuovi spunti pur rimanendo legati alla tradizione.
La tradizione nel mondo vinicolo non vuole però dire rimanere indietro con l’evoluzione dei metodi e delle lavorazioni.
La tradizione è ciò che ognuno di noi si porta come bagaglio culturale e familiare, una cosa da rispettare e da non dimenticare. E’ però anche qualcosa da cui attingere per migliorarsi, per migliorare i metodi di lavorazione e per evolvere rimanendo al passo coi tempi.
In Roero: Azienda Agricola Bajaj
Ho conosciuto Adriano Moretti sui banchi del corso da sommelier. A dire il vero l’ho conosciuto proprio la sera dell’esame scritto. Avevamo entrambi la stessa prova e dopo aver consegnato i fogli ci siamo confrontati sulle risposte. Da lì è scattata una bella empatia.
L’ho rivisto al Roero Days e poi ancora da Berlucchi, quando siamo andati a ritirare i diplomi e i tastevin. Mi ha più volte invitata ad andarlo a trovare, a visitare la sua cantina, ad assaggiare i suoi vini.
Galeotto fu un amico americano in visita in Italia. Ad ottobre sono partita per Monteu Roero per andare in visita alla cantina Bajaj ma soprattutto per scoprire uno dei metodi di vinificazione che più mi incuriosiva e di cui Adriano mi aveva parlato: l’invecchiamento in anfora.
Adriano è uno dei pochissimi in Piemonte che porta avanti questo metodo di invecchiamento, sia per i bianchi – che restano in anfora per poco tempo – che per i rossi. E’ un vero e proprio pioniere e da quanto mi racconta molti altri giovani vignaioli si rivolgono a lui per comprendere la sua tecnica e il metodo ancestrale delle anfore.
L’orgoglio che gli si legge negli occhi, la passione per quello che fa, sono davvero il motore del suo mondo. Un mondo fatto di amicizie, di clienti affezionati e di una famiglia che supporta Adriano in ciò che fa: la mamma prepara delle squisitezze da accompagnare alla degustazione dei vini (attenzione, le acciughe al verde sono talmente buone che non smetteresti di mangiarle) e la fidanzata si occupa del’immagine e delle etichette.
Un altra chicca della visita in cantina è senza dubbio il Crutin. All’azienza agricola Bajaj ce ne sono ben due e Adriano ce li mostra orgoglioso.
Ma cosa è un Crutin? E’ una piccola cantina scavata nel tufo usata come cantina e dispensa dai contadini di Langa e Roero. Qui la temperatura e l’umidità sono costanti durante tutto l’anno ed è il luogo ideale per invecchiare il vino.
Parlando dei veri protagonisti, i vini, posso solo dire di essermi letteralmente innamorata di due rossi: il Roero e il Langhe Nebbiolo invecchiato in anfora.
Due rossi davvero speciali.
Morbido, rotondo, completo il primo, che addirittura Adriano ci fa degustare accompagnato da un bacio di dama: la morte sua!
Intrigante e particolare il secondo, Pandorae Vas, con quel carattere diverso dai nebbioli a cui siamo abituati. L’anfora senza dubbio lo connota diversamente da un nebbiolo passato in legno, ma gli dona un carattere deciso e molto molto piacevole. Non vi sto a dire che ne ho acquistato alcune bottiglie e dopo pochi giorni, a casa, stappavo già la prima per farla assaggiare in famiglia!
In Langa: Alberto Burzi
Volendo proseguire la nostra giornata di degustazione e volendo spostarci nella zona della Langa, ho chiesto ad Adriano un suggerimento. Da giovane viticoltore a giovane viticoltore, mi ha suggerito di andare alla scoperta dei vini di Alberto Burzi a La Morra.
Detto fatto, arriviamo nel pomeriggio a La Morra dove ci aspetta la deliziosa sorella di Alberto, Caterina, giovanissima ma già molto preparata in materia. Alberto sta lavorando in cantina e lo incontriamo più tardi tutto affaccendato.
Caterina inizia la visita spiegandoci la morfologia del terreno, le caratteristiche di La Morra e ci porta a fare un giro nella vigna accanto a casa. Qui, sulle viti, troviamo ancora dei piccoli grappoli che sono rimasti sulla pianta dopo la vendemmia. Il sapore di quegli acini è dolcissimo.
La produzione di Alberto Burzi si rivolge esclusivamente ai vini rossi.
La Morra, si sa, è uno dei territori votati alla produzione di Barolo e ovviamente questo vino è il re della scuderia Burzi.
Alberto ha ripreso le vigne dei nonni e, con l’entusiasmo giovane, sta lavorando con passione e rispetto la vigna e in cantina.
Come accennavo prima, anche qui si nota la passione per i prodotti autentici, genuini, che guardano la tradizione senza dimenticare l’innovazione.
Ciò che più mi ha colpito di Alberto, scorrendo le pagine del sito Alberto Burzi – Viticoltore in La Morra è la frase “quando bevo un bicchiere di Barolo, vorrei che sapesse di Barolo, di Langhe, di La Morra”.
Anche qui, ovviamente, degustiamo i prodotti della cantina; oltre al rinomato Barolo (Capalot è senza dubbio il mio preferito), proviamo anche il Nebbiolo e la Barbera d’Alba.
Caterina è una perfetta padrona di casa e si sofferma a spiegarci le zone del Barolo che, per chi non è del luogo o nell’ambito enologico, sono senza dubbio sconosciute. Interessante il fatto che proprio in cantina, tra i tini e la zona degustazione ci sia un plastico che riassuma le zone: un ottimo modo per visualizzare il territorio!
La passione muove il mondo, davvero! E secondo me il mondo vinicolo di Langa e Roero è mosso dalla passione di decine di giovani vignaioli che hanno compreso la necessità di tornare alle origini per dare il meglio di sè e per produrre vini di grande qualità.
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