La mia passione per gli USA è risaputa, così come la passione per il cibo e ciò che c’è di “local” in ogni destinazione che visito.
Ecco allora che pianificando il viaggio in California, a Los Angeles, ho deciso di uscire un po’ dai soliti schemi.
E’ vero che molte persone, prima che partissi, mi hanno detto che in 3 giorni Los Angeles si vede tutta ed è persino tanto, ma proprio perché io devo sempre toccare con mano e devo sempre fare qualcosa di diverso dal solito, mi sono lanciata alla ricerca di qualche food-tour che mi permettesse di conoscere le abitudini culinarie di LA.
In questo modo mi sono imbattuta nel sito di due signore di Los Angeles con una spiccata origine italiana: Diane e Lisa Scalia e la loro agenzia Melting Pot Food Tours.
L’entusiasmo con cui Lisa ha risposto alla mia mail di contatto, la gentilezza e l’attenzione che ha avuto contattandomi a pochi giorni dall’arrivo e anche il giorno prima quando già ero in città mi ha letteralmente affascinata.
Devo dire la verità, sono partita con grandi aspettative, e non ne sono rimasta affatto delusa!
La Melting Pot Food Tours nasce dalla passione di queste due sorelle per il cibo e per la loro città. Los Angeles è una città multietnica e multiculturale e questa diversità si ritrova ovviamente anche nel cibo e nei locali di aggregazione. I tour che vengono offerti sono diversi tra loro ma toccano un po’ tutti gli aspetti di questa grande metropoli: dal Farmer Market, che sempre più è preso d’assalto perché è sicuramente visto come un luogo dove mangiare ed acquistare prodotti sani e genuini, al quartiere latino, quello che rispecchia senza dubbio le origini della Città degli Angeli; e poi ancora Pasadena, una zona vecchia della città ma molto attiva e ricca di ristoranti e localini in cui gustare i cibi più diversi.
Diane e Lisa mi hanno proposto tutti e tre i tour e io ho deciso di scegliere il East LA Latin Flavours Tour per ritrovare la cucina latina che tanto influenza lo spirito e l’anima di Los Angeles e per scoprire una zona della città che pochi turisti hanno il piacere e l’ardore di visitare.
Proprio lì mi sono resa conto che la frase sentita da molti amici prima della partenza “Tre giorni a Los Angeles sono più che sufficienti” è tutt’altro che vera.
Credetemi, a Los Angeles c’è tantissimo da vedere e affidarsi a persone che conoscono bene la città, competenti, preparate e che non solo ti fanno fare il giro delle ville dei VIP (ok…di questo ne riparleremo, ci sono cascata anche io, ovviamente!) è il modo migliore di scoprire cose vere, genuine e reali.
La nostra guida in questo tour però è Nick, un compagno di scuola di Lisa, giornalista sportivo ed esperto di PR che, appassionatosi a questo progetto ha contattato le due sorelle per proporsi come guida.
Dai suoi racconti si capisce quanto bene conosca questa zona della città e di quanto sia legato alle tradizioni e alla cucina latina di queste parti.
Siamo un bel gruppetto eterogeneo: una giovane ragazza, una mamma con i suoi due figli grandi [e il figlio festeggia il compleanno proprio quel giorno!], un terzetto di amiche e noi. L’atmosfera è da subito amichevole e rilassata; tutti sono di LA tranne noi ed è piacevole scoprire come anche qui la gente ami essere turista nella propria città.
Mentre camminiamo tra le vie piuttosto trafficate attorno alla stazione della Metro “Indiana”, Nick ci racconta di come lì una volta ci fossero solo prati e vigne e di come le case, ancora basse e spartane, siano le stesse di 50 anni fa almeno. Qui non ci sono grattacieli o grandi centri commerciali; sembra quasi di essere in un paese non in una metropoli enorme come Los Angeles!
Visitiamo la pasticceria Lucero’s e assaggiamo come prima cosa il “tres leches cake“. Durante tutto il food tour ci sono assaggi di piatti tipici e particolari…meglio essere preparati perché le porzioni sono sempre piuttosto abbondanti!
La torta è soffice e umida al punto giusto, nemmeno troppo dolce; ammetto che mi sarei aspettata qualcosa di più stucchevole invece è un ottimo inizio davvero.
Spostandoci da un locale all’altro rifletto sul fatto che, molto probabilmente, trovandomi qui per conto mio, non mi verrebbe così spontaneo entrare nei locali in cui Nick ci accompagna. Forse perché non sono luoghi appariscenti o che pubblicizzano dall’esterno le prelibatezze che vengono servite all’interno.
Liliana’s Tamales, ad esempio, è in un edificio basso e quasi anonimo, non fosse per il bel colore giallo della facciata. Una volta entrata, però, quando mi rendo conto che alle 10 del mattino il locale è già pieno di avventori che mangiano zuppe e tamales, realizzo che, come ci spiega Nick, è il miglior ristorante dove mangiare tamales a East LA!
Anche noi assaggiamo questa leccornia; è la prima volta che mangio un tamales e se è vero che la prima volta non si scorda mai non vedo l’ora di assaggiarlo ancora e ancora. Per chi non lo sapesse [e io ero tra quelli prima di entrare da Liliana’s] il tamales è fatto con le foglie esterne delle pannocchie di granoturco ripiene di carne e verdure.
Dopo le prime due tappe “mangerecce” ci dirigiamo in quello che a me pare “il Messico a Los Angeles”. Non sono mai stata in Messico prima d’ora, ma non appena metto piede dentro El Mercado mi pare di essere catapultata in un altro luogo e in mezzo ad altra cultura. I colori e gli odori, la lingua e i visi delle persone sono in tutto e per tutto quelle che potrei trovare a Città del Messico piuttosto che a Puebla.
Qui infatti i prodotti arrivano direttamente dal Messico e dopo esserci rinfrescati con un raspado de fruta [io assaggio quello al lime, bello fresco e dissetante], ci apprestiamo ad assaggiare un’altra specialità messicana: il Mole, una salsa a base di peperone che può essere più o meno piccante ed essere aromatizzata in diversi modi. Noi la assaggiamo su una tortilla con carne di pollo.
Usciamo dal mercato nel caldo di fine mattina e continuiamo la nostra passeggiata fino alla fabbrica di tortillas La Gloria. qui vengono prodotte migliaia di tortillas al giorno e si vendono a 1$28 le tre dozzine. La comunità qui supporta i produttori locali ecco perchè non si vedono in giro le catene dei ristoranti e dei fast food che spopolano in ogni altro quartiere e in tutti gli Stati Uniti.
Dopo aver assaggiato un super guacamole ed aver visto le macchine sparare tortillas come se non ci fosse un domani, ci avviamo verso la metropolitana; il tour prosegue in un’altra zona di LA, ad un paio di fermate di metro di distanza. Il gelo delle carrozze condizionate della metropolitana ci fa venir voglia di uscire nuovamente sotto il sole; eccoci a Mariachi Plaza. Proprio qui si respira ancora di più l’aria latina della città. E quando ci si imbatte per strada in un vero Mariachi non si può che andare in visibilio!
Questa zona è davvero caratteristica, ad iniziare dalla piazzetta che si trova appena fuori dalla stazione della metro: locali di cucina messicana, negozi con vestiti ed accessori per mariachi e uomini seduti sotto gli alberi all’ombra a chiacchierare o a giocare a giochi da tavolo. E’ questa l’atmosfera rilassata dell’america latina, quella che mi piace ritrovare durante le vacanze, non quella frenetica e stressante della metropoli tentacolare.
Nick ha qui in serbo per noi una bella sorpresa: ci dirigiamo verso il locale di Don Boni dove ci vengono servite delle tortillas, della carne di capra stufata, del coriandolo fresco e del lime; eccoci pronti a comporre la nostra tortilla e a gustarla seduti tutti insieme a tavola. Sono le 11 ma il locale è già molto affollato; anche qui c’è gente che mangia a tutte le ore.
Nella tappa successiva, da “Un Solo Sol“, gustiamo una piccola tortilla ripiena di mozzarella e pomodoro. Delicata e molto gustosa sembra piuttosto un piccolo snack, ma a questo punto, dopo tutto ciò che abbiamo già mangiato, iniziamo a meditare di saltare la cena… questi piatti sono deliziosi e con un assaggio qua e uno là ci si riempie velocemente lo stomaco!
Proseguiamo verso l’ultima tappa, ma prima veniamo attratti da un negozio speciale: una sartoria per Mariachi, Boyle Heights Tailor. Questa sartoria, gestita da colui che tutti chiamano “el maestro” dal 1984, è una delle più conosciute qui a Mariachi Plaza, soprattutto per la sua “politica” di vendita: come si può ben immaginare i mariachi ad inizio carriera, non ancora famosi, non hanno disponibilità di denaro illimitata e un abito su misura di un certo tipo è piuttosto costoso; ecco allora che il signor Tello, il proprietario, prepara un abito da mariachi e lo vende a rate, in modo che tutti possano possedere un vestito di ineguagliabile bellezza e possano sfondare nella loro carriera.
E’ lui che, con un sorriso molto timido, dopo averci visto curiosare tra gli abiti appesi, ci fa segno di seguirlo nel retro bottega dove altri signori tagliano, cuciono e stirano i vestiti sotto la sua attenta supervisione.
Questa è una parte del tour che rende le cose assaggiate fino ad ora più “reali” e più tradizionali ancora; questa, pur non essendo una parte “food”, ci fa entrare più in contatto con l’anima latina di Los Angeles.
Il tour termina con una cioccolata fredda e un dolce, anche questo non troppo dolce, presso Primera Taza, un bar preso in gestione da un professore universitario che ci racconta di come i suoi studenti spesso passino a trovarlo per fare due chiacchiere.
Anche qui uno spaccato di vita quotidiana che riflette la cultura “calda” della California, di quella California più autentica e legata alle tradizioni dei primi abitanti della Città degli Angeli.
Per vedere qualche foto del tour in più, sbirciate sulla pagina Facebook di Viaggi&Delizie
Ringrazio Lisa e Diana Scalise per la bellissima opportunità che ci hanno offerto e per averci fatto capire che la passione per la propria città e la voglia di mostrarla ai locali e agli stranieri riesce a fare grandi cose.